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In missione

Simeone ha sulle spalle il peso quasi esclusivo dell’attacco rossoblù

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Il Cagliari ha collezionato il settimo risultato utile in quel di Torino attraverso una prestazione che avvalora il percorso di crescita intrapreso ad inizio stagione.

Quella scesa in campo contro la formazione allenata da Mazzarri, è stata una squadra compatta, unita tra i reparti, sorretta da una consapevolezza importante. Uno status fisico e mentale che consente di ottimizzare le qualità di ogni singolo interprete.

Inoltre l’utilizzo del modulo che prevede il posizionamento di Nainggolan e Joao Pedro sulla trequarti a supporto dell’unica punta, rende l’osservanza dei dettami imposti dall’allenatore di più facile attuazione.

Tale nuova veste tattica, nonostante non agevoli il ritorno al goal dell’argentino, rende ancor di più Simeone un punto fermo dell’undici di Maran. Da primo difensore, in perfetta simbiosi con i compagni, non lesina energie in fase di non possesso. Nelle dinamiche offensive invece, seppur le occasioni da rete non fiocchino, l’estenuante lavoro sporco risulta un apporto a cui difficilmente è possibile rinunciare.

Un compito poco gratificante in termini realizzativi, che dovrà trovare necessariamente nuova linfa e validi rifornimenti nelle prossime partite.

Sfide come quelle con il Bologna in casa e l’Atalanta a Bergamo infatti, sono capaci di offrire numerosi e attendibili argomenti circa la dimensione perseguibile con continuità dalla compagine isolana.

Un ambizioso obiettivo che può essere raggiunto attraverso i goal di Simeone, al momento l’unica punta di sicuro affidamento presente in rosa.

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