I sostenitori della marcatura a uomo così come quelli della marcatura a zona sui calci da fermo, a sostegno della validità della propria posizione possono annoverare numerosi e validi argomenti.
Un Cagliari determinato nel proseguire l’ambizioso percorso di crescita intrapreso ad inizio stagione, dovrà necessariamente concentrarsi sugli aspetti che necessitano di un pronto miglioramento. La scarsa efficacia della contraerea rossoblù sulle palle alte è certamente uno di questi.
Come la quasi totalità delle formazioni impegnate nel calcio professionistico, la squadra allenata da Maran utilizza la marcatura a zona. Un metodo che offre garanzie, ma anche diversi rischi.
Pericoli che nel match contro la Spal si sono ripetuti puntualmente e che solo grazie l’attenzione di Olsen unita alla scarsa vena degli avanti avversari, non hanno prodotto esiti nefasti per le sorti della retroguardia isolana.
L’altezza media dei giocatori di movimento scesi in campo domenica, con i soli Ceppitelli e Faragò sopra i 185 centimetri, unita all’assenza del lungodegente Pavoletti di certo non aiuta, tuttavia una maggiore attenzione può e deve essere perseguita.
Il raggiungimento stabile di una nuova dimensione passa inevitabilmente dal lento ma inesorabile affinamento delle proprie doti.
Torino, Bologna e Atalanta all’orizzonte si configurano come test non facili, ampiamente in grado di dire se Maran e i suoi ragazzi sono in grado di corregge quelle dinamiche che si configurano come necessarie per compiere un ulteriore salto di qualità .