Per la seconda volta in questo campionato il Cagliari non cade fuori casa con una big, ma dopo il trionfo al San Paolo riesce a strappare un pareggio sudato all'Olimpico contro la Roma, grazie a una prestazione a due facce.
Come contro i partenopei infatti, nel primo tempo si era prediletto un gioco a viso aperto, senza trascurare la fase difensiva ma andando a comunque a rischiarsela nella metà campo avversaria, mentre nel secondo tempo, sebbene il gol vittoria di Castro sia arrivato alla fine della ripresa, i rossoblu hanno fatto muro intorno a Olsen sperando nella ripartenza vincente, e così è stato.
Contro i giallorossi non è arrivata la rete della provvidenza, ma il meccanismo è stato lo stesso: 45 minuti alla pari con la Roma, con gli uomini di Maran che palleggiavano senza timore dalla
trequarti in su, sfruttando la vivacità di Nandez e i muscoli di Rog, non creando eccessivi pericoli ma andando a fiammate, con i giallorossi a guardare. Nel secondo secondo atto le cose sono cambiate, la Lupa si è svegliata e ha iniziato a macinare gioco, il Cagliari ha capito che non avrebbe potuto reggere per 90 minuti come nel primo tempo e saggiamente si è arroccato dietro, senza fare troppo la parte dell'assediato, se non nel finale. Il resto lo si sa già .
Questa tecnica per ora ha pagato, i sardi in questo modo hanno tirato fuori dal cilindro quattro punti con due squadre contro cui l'anno scorso persero in trasferta, ed è anche sotto questo punto di vista che si nota la crescita dell'intero organico. Ma non andrà sempre così, il difensivismo voluto non è sempre la scelta migliore, soprattutto quando più che dagli altri è indotto da se stessi. Per ora tuttavia pare sia l'unica soluzione per essere alla pari con le grandi, per cui potrebbe essere una costante nella stagione degli isolani.
Il Cagliari vuole restare aggrappata finché è possibile al treno per le prime otto posizioni, ed è disposto anche a rischiare concedendo intere praterie agli avversari per avere ragione alla fine.