Napoli-Cagliari 0-1. Sembra un sogno ma non lo è. Il San Paolo è espugnato, il Cagliari torna vincitore dalla terra di Partenope portando con sé lo scalpo degli azzurri come non accadeva da ben 12 anni. Mattatore della serata? Lucas Castro, inizialmente in panchina ma subentrato in maniera determinante a Marko Rog a circa un quarto d’ora dalla fine.
E' stato un successo speciale: la vittoria del Cagliari e dei suoi tifosi in primis ma anche quella di Rolando Maran e dei suoi ragazzi. Tutti, nessuno escluso. Perché ieri sera i 3 punti non sarebbero arrivati senza un gruppo valido e forte, capace di ruotare all’occorrenza gli interpreti in base a cosa richiede un determinato momento o una partita.
L’impiego di Lykogiannis, Klavan e Oliva dal primo minuto, nonché di Ionita sulla trequarti, è stata una mossa apparsa “coraggiosa” ai più ma che alla fine ha pagato dei dividendi incredibili in termini di compattezza e spirito di sacrificio. Gli ingressi di Cerri e del Pata hanno invece permesso al Cagliari di mantenere alta la lucidità in attacco quando la stanchezza incominciava a farsi sentire, di riuscire ad aprire per una singola volta le maglie della rocciosa difesa napoletana e di colpire così la formazione di Ancelotti dritta al cuore prima che potesse riorganizzarsi.
Per una notte la strategia, con l’ausilio di un pizzico di fortuna, ha trionfato sulla qualità pura. Per una notte Davide ha battuto Golia e lo ha raggiunto a quota nove punti in classifica, addirittura superandolo in virtù degli scontri diretti. Questa notte si è consumata la rivincita di Maran nei confronti dei suoi detrattori ed inoltre sono stati rimarcati ancora una volta i principi del calcio che rendono questo sport meraviglioso e imprevedibile: ogni partita fa storia a sé e non è finita finché non è finita.