La trasferta di Parma ha portato finalmente i primi 3 punti della stagione al Cagliari. Al netto di tutti gli aspetti da considerare, la vittoria in trasferta (1-3) è sicuramente quello più importante per morale e classifica. Entrando nello specifico e analizzando la gara del Tardini, si possono notare sia aspetti positivi che negativi.
Cosa va
– Dichiarazioni di Maran alla vigilia coerenti con l'atteggiamento dei suoi uomini in campo. I presupposti citati in conferenza stampa prima della gara dal tecnico trentino erano “Essere bravi a contenere il Parma e fare una grande prestazione”. E così è stato per larga parte della partita.
– Il grande spirito di sacrificio, l'abnegazione e la carica agonistica messa a disposizione dai giocatori per la causa comune. In un campo “bollente” sia per il clima torrido che per l'importanza della posta in palio.
– Aver centrato un'occasione d'oro per rilanciarsi. Sia in termini di classifica che di reputazione di squadra e ambiente in questa serie A (19/20) riacciuffando per tempo il treno della rinascita, l'amor proprio e i buoni propositi del precampionato.
– La scelta di Cigarini in cabina di regia. Avere un metronomo di ruolo in mezzo al campo che detta i tempi e imposta la manovra. Tanto semplice quanto bello da vedere. Funzionale al modulo e alla nobile arte chiamata visione di gioco.
– La capacità nel saper gestire i minuti di recupero (ben 12) mantenendo il margine di vantaggio (2 reti) senza diventare preda della paura di vincere in casa d'altri. E' del minuto 95 il gol di Joao Pedro, poi annullato per fallo, che testimonia un Cagliari vivo e presente fino alla fine in area emiliana.
Cosa (ancora) non va:
– Ancora troppi errori nel palleggio tra difesa e centrocampo in fase di disimpegno. Restano sempre numerosi i passaggi a vuoto o intercettati dagli avversari in zone nevralgiche del campo. La squadra talvolta sale a fatica, subendo la pressione di palla al portatore che è costretto al lancio lungo sistematico per liberarsi dall'impiccio di non avere altre scelte.
– La costruzione di azioni corali tra trequartista e punte e i fraseggi palla a terra tra gli attaccanti. restano ancora poco incisivi seppur abbozzati. Lo dimostrano il gol in solitaria di Simeone e quello poi annullato di Joao Pedro. I due si creano le occasioni dal nulla più che costruirle coi compagni, sfruttando le ingenuità dei parmensi.
– Falli troppo spesso inutili ed eccesso di irruenza negli interventi. Chiedere a Nandez, Pedro e Pellegrini. Regalare pericolose punizioni dal limite dell'area e subire cartellini ingenuamente è un aspetto da migliorare. In una serie A sempre più decisa da palle inattive e da specialisti dal limite questo diventa una grossa leggerezza.
– Persiste qualche sbavatura di troppo in difesa durante le azioni dinamiche avversarie. Posizionamento dei difensori errato ad esempio nell'occasione del gol subito. Non è stato preventivamente letto il taglio in diagonale di Barillà sul primo palo che insaccava senza marcatori prendendo il tempo alla retroguardia concentrata solo sul portatore di palla.
– Dispendio di energie enorme sulla fascia sinistra di Luca Pellegrini. L'esterno mancino basta guardarlo in faccia durante le sue prestazioni. Esce dal campo sfinito. Compito di Maran insegnare al ragazzo a dosare le forze per arrivare lucido in fase di costruzione di gioco e pulito in copertura. Il 33 del Cagliari ha un potenziale enorme che bisogna amministrare anche con la collaborazione maggiore dei centrocampisti in suo appoggio.