La gara contro il Frosinone ha insegnato che per vincere bisogna anche saper soffrire. Banale quanto vero.
Al Cagliari servivano 3 punti per chiudere il discorso salvezza e toccare la famosa quota 40, e grazie ad una prestazione di carattere e cuore gli uomini di Maran hanno avuto ragione sui ciociari.
Non è la prima volta però che i sardi vincono di misura sudandosi il risultato. È successo nei 2-1 contro Spal, Fiorentina, Inter (con rischio beffa nel finale dopo il rigore sbagliato da Barella) e Parma, quando ci sono stati i soliti 10-5 minuti di sofferenza prima del 90', in cui però la squadra ha saputo tenere bene il campo, sebbene l'inferiorità numerica in alcuni casi (per colpa delle solite espulsioni) e la stanchezza dopo le tante energie spese sul piano dell'intensità .
Sono questi i successi più importanti, quelli che fanno crescere un gruppo, trasformandolo da acerbo a maturo. I rossoblù hanno messo in atto, durante i match citati sopra, quello che il loro allenatore trentino chiede da tempo, cioè la capacità di saper leggere i momenti. Dopo qualche passo falso, gli isolani sembra abbiano acquisito la mentalità giusta, gestendo le situazioni senza lasciarsi sopraffare da queste.
La fame che è servita per segnare le reti decisive in ognuno degli incontri è la stessa che ci è voluta per difendere il vantaggio guadagnato, e adesso non è un caso se il decimo posto è alla portata dei sardi. Tutto ciò dovrà tornare utile al Cagliari nelle prossime gare, vista la caratura dell'avversario.
Vincere soffrendo: non sarà la cosa più bella da vedere ma di sicuro è la migliore ricetta per proseguire.