Bologna-Cagliari è ormai in archivio e i sardi hanno sprecato il match point che avrebbe quasi chiuso il discorso salvezza anzi tempo.
Guardando la partita è balzato all’occhio un fatto che tutti già conoscevano ma che forse sarebbe stato il caso di analizzare in sede più appropriata: i rossoblù al momento non possiedono altri mezzi per segnare che non siano il cross per Pavoletti o la palla alta alla ricerca di una sponda. Poco per non rischiare di diventare prevedibili e di conseguenza venire disinnescati troppo spesso dalle difese avversarie senza quasi alcun problema.
Al Cagliari in pratica manca un attaccante rapido, veloce e imprevedibile, un contropiedista, uno come Ibarbo per intenderci e per nominare un giocatore più recente senza scomodare il mitico Suazo, in grado di “scardinare” le difese quando queste ultime si chiudono a protezione del punteggio, soprattutto in trasferta.
Contro il Bologna di Mihajlovic, squadra che fa della furia agonistica e della compattezza i propri mantra, tutto ciò è venuto a galla nel momento in cui Pavoletti è stato annullato da Lyanco e il Cagliari non ha trovato più sbocchi offensivi a parte due colpi di testa isolati ma molto pericolosi di Joao Pedro.
È il caso di farne un dramma? Assolutamente no, perché il rientro dei vari indisponibili dovrebbe poter permettere a Maran di risolvere parzialmente il problema “sterilità offensiva” immettendo qualità nel reparto oggi maggiormente in difficoltà, ovvero quello d’attacco, e arrivare a fine campionato senza troppi patemi d’animo. Poi in sede di mercato, operate le giuste valutazioni e se ce ne fosse ancora bisogno, si farà il resto.