La trasferta di Genova sponda blucerchiata prefigurava per la formazione rossoblù una sfida difficile, resa ancora più ardua dalla pletora di assenze.
In chiara controtendenza rispetto a quanto espresso nei match disputati a novembre, dicembre, gennaio e febbraio sino alla vittoria casalinga con il Parma, la squadra allenata da Maran ha dimostrato anche nel primo tempo del “Ferraris”, che se sorretta da un modulo certo e un atteggiamento propositivo, ha al suo interno più di una risorsa utile al conseguimento di un risultato positivo. Nonostante un undici inedito e un attaccante all’esordio assoluto nella massima serie, il Cagliari ha tenuto il campo senza mai subire eccessivamente le sortite della squadra doriana.
In precedenza, troppo spesso il collettivo isolano è sceso in campo con assetti estemporanei, interpreti adattati e uno spirito votato alla mera fase difensiva, non alimentando dinamiche e qualità che ipotizzavano ad inizio stagione prestazioni e risultati differenti. Un impoverimento tecnico e psicologico che rischiava di indirizzare squadra, ambiente e tifosi verso una condizione pericolosa e difficilmente preventivabile.
Un secondo tempo non in linea con la prima frazione e un rigore quantomeno generoso, hanno privato Barella e compagni di un pareggio in fin dei conti meritato, che se da un lato fomenta il rammarico, dall’altro corrobora certezze flebili ma presenti, emerse al cospetto del Parma.
Due prove che restituiscono più di un argomento credibile circa la direzione da intraprendere, che prefigurano un finale di stagione interessante e in grado di garantire una buona e solida base per un Cagliari chiamato a fare tesoro di quanto emerso in questa stagione.