A volte basta una sola mossa per ribaltare il tavolo. Giocarsi una carta che può risultare determinante per mettere a soqquadro i piani del tuo avversario che in quel momento era stato perfetto nell’attuare una strategia non troppo spettacolare ma alquanto efficace e che sembrava avere la strada spianata per calare l’asso decisivo e scrivere la più amara delle parole che si fa fatica a digerire ogni qual volta appare, ovvero la sconfitta.
Maran, vedendo il suo Cagliari quasi rassegnato e poco dinamico di fronte ad un Parma cinico, ha pescato dal suo mazzo e ha visto che c’era una sola carta nella sua mano.
In quella carta c’era il volto di Kiril Despodov, ragazzo bulgaro di grande prospettiva, catapultato quasi all’improvviso dalla Părva Liga alla Serie A e su cui si aggrappavano le (forse) residue speranze del suo nuovo allenatore.
Il rischio era grande e l’esito altamente incerto, ma quella scelta ha rappresentato invece (a sorpresa) l’inizio di una riscossa inaspettata. Despodov era la carta giusta di cui Maran aveva bisogno per risvegliare la forza emotiva della sua squadra.
Proprio quel giovane sconosciuto con la maglia numero 32 sulle spalle, di cui poco si sapeva, è entrato in campo con la consapevolezza di avere dentro di sé la grinta e la convinzione di essere pronto a sorprendere. E così è stato.
La sua vivacità e la sua imprevedibilità nei movimenti (con e senza palla) hanno fatto il resto. Quelle sue particolari caratteristiche hanno aperto lo spiraglio di luce tanto desiderato in casa Cagliari, riscrivendo completamente la storia del match contro il Parma.
Piccoli ma significativi saggi di tecnica di colui che si è tolto subito le vesti di oggetto misterioso per indossare quelli di possibile (nuova) arma tattica di mister Maran.