Maran, alla disperata ricerca di qualche correttivo utile a destare la propria squadra, a San Siro sponda rossonera è ricorso ad una assetto inedito che ha previsto una mediana a quattro, con Faragò e Padoin ai lati e Barella e Ionita interni.
La rinuncia al regista in favore di due interpreti dinamici nel cuore del centrocampo, se da un lato non ha prodotto gli effetti sperati, dall’altro ipotizza un rapido e immediato dietrofront verso l’utilizzo di un mediano chiamato a dare geometrie e idee ad un collettivo poco propositivo.
Tale considerazione chiama in causa due rossoblù, Cigarini e Bradaric, ovvero una coppia di metronomi dalle caratteristiche differenti e che a seguito di molteplici cause non ha elargito un contributo valutabile come sufficiente.
Il croato, all’esordio nel campionato italiano dopo un Mondiale che ha consacrato la selezione croata nel gotha del calcio mondiale, ha fatto vedere buone cose solo raramente, dimostrandosi poco capace di guidare una squadra sempre meno votata alla fase offensiva.
Cigarini invece, è stato impiegato in virtù di una maggiore esperienza al fine di sopperire le carenze del pari ruolo, disputando prove discrete che hanno inevitabilmente risentito del calo vertiginoso del resto della formazione rossoblù.
La sfida tra le mura amiche con il Parma del prossimo turno di campionato, prefigura un duello da interpretare nella maniera corretta e funzionale al raggiungimento del massimo bottino, ricorrendo anche e soprattutto alle doti di un regista incaricato di svolgere un ruolo propositivo e adempiere a compiti differenti.
Poter contare su un “ragionatore” che faccia da collante tra mediana e reparto avanzato, portando in dote alternative valide al mero lancio lungo e qualche sortita sulle fasce, è una certezza a cui non è possibile continuare a rinunciare.
Maran, tra le mille incombenze e uno status sempre più incerto, è chiamato a scegliere uno tra Bradaric e Cigarini, imponendo una direzione chiara e precisa, che possa offrire una nuova, credibile e perseguibile via.