Il modus operandi della società rossoblù in occasione del mercato di riparazione ha seguito direttrici ben precise, finalizzate al rafforzamento della rosa con l’aggiunta di elementi in grado di riempire quelle caselle lasciate colpevolmente scoperte in estate.
Le acquisizioni di Thereau, Cacciatore e Birsa, ovvero elementi esperti e già a conoscenza dei dettami “maraniani” vanno a sommarsi a quelle di giovani in rampa di lancio come Deiola, Oliva, Pellegrini, Leverbe e Despodov. Non solo, la rinuncia a coloro che per limiti tecnici o psicologici dimostravano di non poter offrire un contributo apprezzabile e duraturo alla causa, sottintende la netta volontà di dare una svolta non solo tecnica, ma caratteriale e delle gerarchie consolidate all’interno dello spogliatoio.
Una ricerca del giusto mix tra esperienza e gioventù, che avrà come base un gruppo di giocatori che nella prima parte non hanno saputo massimizzare qualità evidenti e alimentare una crescita che l’arrivo di Maran sembrava destinata a foraggiare con costanza.
Una rivoluzione attuata al fotofinish, destinata a produrre effetti la cui entità verrà valutata in un girone di ritorno iniziato non certo nel migliore dei modi.
Dividendi necessari che nonostante il normale periodo d’assestamento e adattamento dovranno arrivare puntuali, innalzando l’intera rosa verso una condizione tecnica e mentale capace di trascinare il Cagliari fuori da un limbo immobilizzante, fotocopia sbiadita delle precedenti stagioni.