Centottanta minuti per scacciare via le paure, per stracciare quella brutta pagina del libro di un percorso fin qui in linea con le aspettative e per ritrovare la retta via in direzione di un attracco sicuro dove poter ormeggiare dolcemente la nave e trovare così la tanto desiderata salvezza.
La Lazio ha rappresentato per il Cagliari il momento più buio e difficile da quando Maran siede in panchina. Improvvisamente è apparsa quella doppia personalità – per citare Robert Louis Stevenson - un po’ alla Dottor Jekyll & Mr. Hyde, con quella operaia e gagliarda che è stata spazzata via da quella invece più rassegnata e confusa.
In quel momento il più famoso dei blackout spietati del mondo del pallone ha fatto il resto, con le certezze tecnico-emotive che sono venute meno, quasi come a rievocare antichi fantasmi di un passato scomodo da riporre chiuso nel cassetto dei ricordi.
D’altronde quel brivido finale della scorsa stagione è ancora impresso nelle menti di molti supporters di fede rossoblu, ma la storia ad oggi è ben diversa. "Una battuta a vuoto può capitare", aveva sentenziato Maran dopo la débâcle dell’Olimpico.
Davanti ai suoi occhi, il tecnico rossoblu si è ritrovato un contrappasso dantesco difficile da digerire e che (forse) non avrebbe mai pensato di vedere. Ma il tempo per i rimpianti e le riflessioni è ridotto al minimo poiché il campionato certo non aspetta.
Genoa e Udinese sono le due armate insidiose che il Cagliari si prepara ad affrontare. Quella del Grifone ha in Prandelli un condottiero assetato di rivincita che vuole rimettersi in gioco e in Piatek un vero cacciatore dell’area di rigore, sempre pronto a mirare e a fare fuoco verso le porte avversarie.
A Udine, invece, hanno gettato via la carta scommessa raffigurante Velazquez per pescare dal mazzo quella dell’esperienza, individuata nel volto di Davide Nicola, che di mission impossible se ne intende per davvero e a Crotone lo sanno bene.
Per Maran e il suo Cagliari saranno quasi come due finali di Champions l’una di seguito all’altra, in una sorta di campionato parallelo dove in palio non c’è però la coppa dalle grandi orecchie ma quei punti in classifica il cui orizzonte verte sull’obiettivo salvezza.