Lazio-Cagliari è terminata da diverse ore ma nell’ambiente rossoblù aleggia ancora la sensazione di delusione provocata dall’aver perso la partita soprattutto a causa dell’approccio sbagliato ai minuti embrionali, importanti e critici come pochi altri momenti in una gara.
Non è più un caso, il Cagliari ha un problema di concentrazione nella fase iniziale dei match che porta la squadra a subire reti spesso ingenue e a mettersi quindi nella complicata condizione di dover recuperare a tutti i costi.
All’Olimpico sono stati incassati 2 gol evitabilissimi in 23 minuti che hanno spianato la strada ai biancocelesti verso un trionfo mai in discussione dal primo all’ultimo secondo della disputa.
Fosse stata una battuta a vuoto estemporanea sarebbe stata comprensibile, però la stagione rossoblù finora ci dice che i gol “precoci” subiti sono tanti, ben 9 nei primi 30 minuti delle 17 partite giocate, ovvero il 39%. Un’enormità se si pensa allo sforzo necessario a ribaltare un risultato rispetto a quello ben più contenuto richiesto per controllarlo..
Inoltre recuperare sempre è statisticamente impossibile pertanto questa spiacevole consuetudine, fatale contro la Lazio, rischia di diventare pericolosa se non si pone al più presto un freno all’emorragia.
Maran e i propri giocatori dovranno lavorare sul problema dato che si parla di una questione esclusivamente mentale che va avanti praticamente da inizio stagione e che per ora è costata al Cagliari diversi punti importanti.