La formazione rossoblù non raccoglie i tre punti dalla sfida casalinga con il fanalino di coda Chievo del 28 ottobre. Due mesi caratterizzati da una veste tattica poco definita e diversi aggiustamenti estemporanei, conseguenza diretta del grave infortunio rimediato da Castro.
L’argentino, fino alla vigilia del match con il Toro, aveva dimostrato di essere la perfetta chiave di volta nelle economie della formazione isolana. La sua assenza, in attesa del mercato di riparazione, ha scatenato diverse conseguenze che vedono in Barella l’interprete più penalizzato.
Il talentino sardo infatti, grazie a un’attitudine e delle doti cristalline, viene sovente chiamato dal proprio allenatore ad un sacrificio eccessivo. Regista, trequartista o interno in una mediana a quattro, sono le vesti indossate a stretto giro di posta da Barella.
Compiti assolti con perizia e un’ammirevole abnegazione che tuttavia non valorizzano appieno delle qualità che trovano nel ruolo di mezz’ala la loro sublimazione.
Una strada lecitamente perseguibile anche in futuro, che a fronte di un magro bottino in classifica, alimenta più di una riflessione sul ruolo specifico interpretato da Barella, modulo e relativi equilibri da perseguire nelle prossime sfide.
Ripartire da Barella e quelle vesti che lo hanno portato alla ribalta internazionale invece, appare come una soluzione semplice da adottare e in grado di formare una solida e valida base su cui innestare il resto della squadra.
Maran, un tecnico che in rossoblù vanta indubbiamente svariati meriti, è chiamato a guidare i suoi verso la vittoria nella prossima sfida con il Genoa, sgravando così squadra e soprattutto Nicolò Barella, da pensieri e eccessive responsabilità .