Quindici e sette non sono sicuramente numeri fortunati presenti sulla ruota di Cagliari, ma rappresentano le cifre che mettono in risalto lo stato di salute non propriamente ottimale della squadra di Rolando Maran nelle parti iniziali di gara.
Quindici è quell’arco temporale diventato per i rossoblu (al momento) un incantesimo continuo e senza soluzione. Sette è invece la conseguenza fatale di quei quindici minuti da falsa partenza: di fatti, il Cagliari è la compagine più perforata nel computo dei gol subiti in questo tipo di circostanza tra le 20 di A.
Questione di misunderstanding tecnico o di approccio? Entrambe le soluzioni possono essere valide. Inoltre, se si prende in esame la fisionomia calcistica del nuovo corso del Cagliari targato Maran, le parole chiave sono sacrificio, lavoro, corsa e tanto impegno.
Tuttavia, se tali principi non vengono subito applicati, il rischio che l’avversario possa colpire a freddo (com’è successo anche nella partita di ieri contro la Lazio all’Olimpico) è sempre dietro l’angolo.
Il Cagliari questa situazione l’ha provata spesso in questa stagione, rimontando spesso in gare dove era andato sotto e avendo difficoltà significative quando invece era sopra nel punteggio. Indubbiamente si tratta di due facce opposte della medesima medaglia su cui Maran e il suo staff sono chiamati a porre rimedio, perché nel calcio, sport apprezzato quanto imprevedibile, l’impatto sulla partita (emotivo e tecnico) è di grande importanza.