Una manciata di minuti. È quanto sarebbe bastato al Cagliari per uscire dal match contro i partenopei con un punticino che avrebbe dato continuità ai risultati precedenti e avrebbe mantenuto intatta l’imbattibilità della Sardegna Arena.
Il pareggio invece è sfumato grazie a una prodezza di Milik ma la prestazione offerta rimane di livello nonostante il risultato non abbia premiato - anche un po' crudelmente ma questo è a volte il calcio - i rossoblù bensì solamente gli azzurri.
Soprattutto un aspetto è da sottolineare, ovvero la grande “diligenza” della squadra che oggi affronta ogni appuntamento, per quanto proibitivo sia o pesanti siano le assenze, allo stesso modo, con organizzazione e applicazione lodevoli.
Chiunque scenda in campo dona al collettivo il proprio diverso e prezioso contributo che permette alla squadra di mutare ma allo stesso tempo mantenere il rendimento totale su buoni livelli qualitativi, fisici e tattici. Ne è l'esempio lampante Paolo Faragò, considerabile un "camaleonte" dei campi da calcio grazie alla sua estrema duttilità che gli consente di adattarsi facilmente a ogni situazione.
Il risultato è un'identità di gruppo forte, battagliera, forgiata nelle difficoltà del campionato che il Cagliari ha fronteggiato e superato con determinazione e ingegno. Un'anima che, coltivata a dovere, porterà i rossoblù lontano e gli permetterà di levarsi delle soddisfazioni quasi impensabili negli ultimi anni.