Ogni partita, per quanto noiosa e incolore possa essere, lascia sempre in dote qualcosa ai protagonisti, un insegnamento.

Cagliari-Torino ha dato a tanti la sensazione netta che in certe giornate fare più del sufficiente diventa difficile, per vari motivi. Vuoi il fattore ambientale, vuoi lo shock invisibile ma presente provocato dalla perdita di due compagni insostituibili per infortunio, vuoi il fatto che il Toro non sia l'ultima arrivata, il risultato è stato quello che abbiamo visto tutti: un “brutto” pareggio.

Non tutto da buttare però considerando che probabilmente il Cagliari dello scorso anno non sarebbe riuscito nemmeno a portare a casa un punticino in quelle condizioni. Invece stavolta la truppa di Maran ha annusato l'aria, si è accorta del fuoco e si è allontanata per tempo dal pericolo prima di potersi bruciare.

In situazioni di emergenza conta non perdere ed esserci riusciti senza troppi patemi è già qualcosa di importante, una lezione per il futuro.

La grande differenza tra una squadra con dei problemi e una funzionante, efficiente, infatti sta proprio lì: nella capacità di soffrire e tirar fuori il massimo dai frangenti difficili, nella capacità di non piegarsi all'ovvio, a ciò che sembra ci riservi il destino. In poche parole sta nel non farsi sconfiggere anche quando sembra inevitabile, perché quando non si può vincere non perdere è un po’ come una vittoria.