All’inizio della sua avventura in Sardegna, c’era molta curiosità per vedere quale sarebbe stata la filosofia adottata da Rolando Maran.
Durante il corso del ritiro, così come nelle primissime uscite ufficiali che hanno anticipato il campionato, si sperimentava e si cercava di capire quale fosse la formula magica da applicare.
Ora, però, non solo si conosce la natura tattica (che ha nel 4-3-1-2 un caposaldo storico) del nuovo Cagliari, ma anche le gerarchie (e di conseguenza gli interpreti).
Nel reparto difensivo, oltre al portiere Alessio Cragno (che ha nella reattività e nell'agilità le sue caratteristiche principali), la parola d’ordine si chiama equilibrio. Sulle corsie laterali, Maran chiede spinta ma con sapienza, perché i terzini hanno un ruolo fondamentale anche quando si tratta di ripiegare sull’avversario diretto.
Le prime scelte, per far sì che questo concetto venga applicato totalmente, sono due giocatori esperti come Darijo Srna e Simone Padoin.
Sulla questione relativa ai centrali difensivi, la scelta ricade su Luca Ceppitelli, chiamato spesso ad impostare l’azione dalle retrovie, e Fabio Pisacane, sempre decisivo quando viene chiamato in causa da Maran in circostanze di gioco che richiedono marcature preventive specifiche sull’attaccante avversario maggiormente pericoloso.
A centrocampo, la qualità certamente la fa da padrone. Dall’eleganza e il gioco a 360° (e soprattutto di prima) di Filip Bradaric alla forza e alla spinta in proiezione offensiva di Artur Ionita, per poi passare al vero motore del centrocampo rossoblu, ovvero Nicolò Barella, il perfetto modello di tecnica e classe allo stato puro (seppure, talvolta, si macchi di qualche cartellino di troppo, causati spesso dall’eccesso di foga agonistica, che certo non gli manca).
La trequarti è un viaggio tra la fantasia e le grandi giocate di Lucas Castro. Dalla partita col Bologna, il suo avanzamento è stata una delle mosse più apprezzate e vincenti del nuovo corso rossoblu.
E in avanti? Il centravanti – Leonardo Pavoletti – recita sicuramente un ruolo di assoluto protagonista (per i suoi gol e per il tanto lavoro sporco per la squadra), così come Joao Pedro, che da rifinitore è passato a seconda punta, scoprendosi improvvisamente il partner giusto per il bomber livornese, per fisicità e tecnica.
Per Maran gli ingredienti sono ben amalgamati. L’obiettivo ora è quello di ottenere costanza di rendimento nei risultati per arrivare alla meta salvezza.