Il 7 giugno 2018 a Cagliari è iniziata l’era Rolando Maran e, con l’inizio della nuova gestione tecnica, è arrivata non solo una nuova filosofia calcistica fatta di compattezza, linee strette, pressing alto e tanta corsa, ma anche un allenatore che sa essere poliedrico nella scelta del modulo di gioco, non fossilizzandosi su un solo sistema tattico a seconda dell’avversario di turno.
La base tattica dell’avventura sarda di Maran è quel 4-3-1-2 assai familiare ai colori rossoblu e che ha dato altresì sicurezza e nuova linfa vitale al “suo” Chievo Verona per 4 stagioni (dopo il suo arrivo al posto dell’esonerato Eugenio Corini).
Tuttavia, nel corso della sua carriera, il mister trentino ha sviluppato altre soluzioni tattiche, che potrebbero essere ottime alternative al modulo principale nel corso del campionato per la formazione isolana.
La prima alternativa di qualità è sicuramente il 4-1-3-2 (utilizzato anche dal Portogallo Campione d’Europa e dalla Francia neo Campione del Mondo). Questo assetto tattico – usato spesso dal tecnico rossoblu nelle ultime uscite ufficiali – è imprevedibile e ambiguo.
Nella fase di possesso palla, davanti alla difesa c’è un play che crea gioco (Bradaric o Cigarini), mentre in avanti ci sono tre uomini che sono liberi di inventare (Castro, Ionita o Joao Pedro e infine Barella) e di inserirsi alle spalle degli attaccanti (quest’ultimi devono essere ben assortiti, con un centravanti abile nella finalizzazione e una seconda punta che sappia creare gioco e aiutare nella fase senza palla).
E se Maran volesse puntare su qualcosa di classico? Lo schema per eccellenza è il 4-4-2 in linea, chiamato così perché la disposizione dei vari reparti è in linea retta. Con questa disposizione, vengono sfruttate molto le corsie laterali (con l’ipotetico tandem Srna-Faragò a destra e quello a sinistra con Padoin e uno tra Lykogiannis e Pajac).
La difesa è oggetto di vari lavori specifici da parte dello staff tecnico, a seconda del tipo di baricentro voluto (alto oppure basso). Inoltre è importante che la squadra – schierata con il 4-4-2 – non si "allunghi" e che non ci sia troppa distanza tra un reparto e l’altro.
Un’altra soluzione da non scartare è il 4-3-3, utilizzato spesso da Maran durante la sua avventura alla guida del Catania. Tale schieramento nasce come conseguenza “difensivista” del 4-2-4 del leggendario Brasile degli anni ’50, con l’aggiunta di un centrocampista in più, ma senza comprometterne il potenziale offensivo.
Il centrocampo a 3 permette alla squadra di rimanere corta, con l’innesto di un play davanti alla retroguardia, con due interni che abbiano la capacità di difendere e attaccare, ma soprattutto di inserirsi in zona offensiva, per dare supporto agli attaccanti.
Tuttavia il 4-3-3 è un modulo che comporta un notevole dispendio di energie, poiché la posizione dei giocatori richiede continuo movimento per evitare l’inferiorità numerica (specie in mediana): a tale scopo, spesso gli attaccanti esterni (che possono essere Farias e Sau, pur essendo seconde punte) sono chiamati a tornare a difendere, quando gli avversari attaccano, in modo tale da coprire gli spazi.
Infine c’è l’opzione più difensiva legata al 3-5-2 (modulo tattico utilizzato dal predecessore di Maran, Diego Lopez). Sviluppatosi nel calcio italiano alla fine degli anni ’70, in questo modulo tattico recitano un ruolo da protagonisti i laterali (Srna e Padoin nella fattispecie). Il loro contributo deve essere perfettamente mixato tra la fase difensiva e quella di spinta.
La retroguardia si compone di 3 elementi, che possono essere tutti difensori centrali (con due stopper e un libero) oppure due terzini con un centrale. Il centrocampo è composto da un play con due interni che si alternano negli inserimenti in zona offensiva (si usa la formula del “copri e attacca”).
L’attacco invece è formato da due punte che agiscono l’una affianco all’altra oppure l’uno si dispone in verticale rispetto all’altra (in questo caso si può utilizzare Joao Pedro o Ionita alle spalle di Pavoletti o Cerri). In definitiva, Maran può modellare il Cagliari a sua immagine e somiglianza, puntando su molti moduli tattici per sorprendere gli avversari.