Cigarini o non Cigarini, il dubbio persiste. In attesa di capire quale sarà il futuro del playmaker ex Atalanta, il Cagliari si guarda intorno alla ricerca di degne mani che possano ricevere il testimone del regista. Il catalogo conta tre nomi: Albin Ekdal, Filip Bradaric e Manuel Locatelli. Ma vale davvero la pena eseguire questo "scambio"?
Parliamoci chiaro, al momento solo Ekdal alzerebbe il tasso tecnico della squadra. L'ex rossoblù ha dimostrato al Mondiale di essere diventato un giocatore importante e maturo, e una mediana con Faragò, lui e Barella con Castro sulla trequarti sarebbe un lusso. Inoltre lo svedese arriverebbe a parametro zero, diventando così da suggestione a vera e propria occasione di mercato.
Diverso il discorso per il croato e il milanista. Il primo arriverebbe a titolo definitivo, ma comporterebbe una spesa di circa cinque milioni per un giocatore che, al momento, è una totale incognita: non ha ancora fatto il grande salto, era uno dei due giocatori della Croazia a non esser ancora andati via dal loro paese e questo potrebbe fare tutta la differenza del mondo, con eventuali problemi di ambientamento da tenere in conto. Non credo valga la pena sacrificare un giocatore pronto come Cigarini, con esperienza decennale nel nostro campionato e un Q.I. tattico sopra la media per il nome esotico che, però, avrebbe tutto da imparare. A 26 anni, inoltre, Bradaric non è nemmeno più un bambino.
È sicuramente più giovane Locatelli, che tuttavia nell'ultimo anno ha vissuto un forte ridimensionamento. Classe 1998, è un giocatore sicuramente futuribile ma, ad oggi, non al livello del regista rossoblù. Contare sul futuro sarebbe solo un'illusione, perché il Milan lo cederebbe in prestito o comunque in modo tale da non perdere il controllo sul ragazzo.
Dunque netta la differenziazione: ok sacrificare Cigarini se può portare Ekdal, da valutare due o tre volte nel caso in cui possa portare in Sardegna Bradaric o Locatelli.