In inverno, in una settimana, aveva lasciato il branco con cui, per poco più di due anni, era stato in Austria, per raggiungerne uno nuovo, in Italia. A Graz, tra le Alpi, non era riuscito a cacciare; per questo, in fondo a gennaio, tenendo la testa e la coda alte, e le orecchie dritte, e sfruttando l’udito fino e l’olfatto sensibile, ha trovato un altro campo da conquistare: la serie A. Che ha «morso», come un lupo affamato – in greco, il suo soprannome, Lýkos, significa questo –, al Cagliari. In cui Charalampos Lykogiannīs ha giocato la prima «metà » del suo percorso con il mantello rossoblù, che ha intenzione, nella prossima stagione, di irrobustire, portando con sé delle prede.
I sei mesi – Pungolato da Panagīotīs Tachtsīdīs (in Sardegna nel 2016/2017) e Marios Oikonomou (2013/2014) ad accettare l’offerta di Tommaso Giulini, Lykogiannīs ha mostrato il 23 gennaio, dinanzi alle telecamere e ai taccuini, i denti ferini: «Penso di avere un tiro potente, forza fisica e velocità ». E s’è ritrovato in partita (33’), cinque giorni dopo la fotografia che lo ritraeva con il numero 22, a Crotone. Da lì, altre dieci sfide (705’), otto delle quali dalla genesi, mentre per quattro volte è stato in panchina e per due in infermeria, in virtù di una contusione alla caviglia. Ed è riuscito, inoltre, a realizzare due assist, entrambi per Leonardo Pavoletti.
Il doppio ruolo – Partendo, però, da due zolle diverse: contro il Chievo Verona, da quella d’esterno mancino; contro la Fiorentina, da quelle di terzino dello stesso lato. Sono state queste le posizioni nelle quali è stato impiegato, in relazione allo schieramento di partenza – e alternandosi con Simone Padoin, con cui ha composto la «coppia alfa» del settore – da Diego López: nel primo caso, in otto occasioni, nel 3-5-2; nel secondo, in tre, nel 4-3-1-2. Ed è all’«interno» di quest’ultimo modulo che il greco, negli ultimi tre incontri (Roma, Fiorentina, Atalanta), s’è dimostrato magnanimo, senza nicchiare né recedere, sfoderando gli artigli, con il cross-salvezza a Firenze.
L’agenda – Per ora, Babis (diminutivo di Charalampos) si gode l’estate baciato dal sole di Náxos, ma s’è già annottato degli appuntamenti per il 2018/2019: a luglio, tra Assemini, Aritzo e Pejo, per il precampionato con il Cagliari; poi, da agosto, la coppa Italia e la serie A; e, da settembre, le qualificazioni per l’Europeo 2020. Un ciclo di impegni nei quali, per non annaspare sul prato, portare con sé delle prede e confermarsi ai livelli esposti fin qui, Lykogiannīs dovrà tenere la testa e la coda alte, e le orecchie dritte. Anche perché il Cagliari e la Nazionale greca hanno bisogno di udire i latrati del Lýkos affamato.