Le difficoltà incontrate dal Cagliari durante l'evoluzione del campionato sembrano aumentare di partita in partita, acuendo una povertà d'idee conclamata oramai da tempo. Tale fattore perdurante si evidenzia in tutta la sua gravità se l'analisi va concentrandosi sull'efficacia del reparto offensivo.
Il modulo imposto da Lopez e le derivanti trame di gioco infatti, hanno dimostrato ampiamente l'incapacità di innescare con costrutto gli interpreti offensivi, destinando l'intero undici rossoblù ad una sterilità immobilizzante.
Le quattro gare che restano a disposizione della compagine isolana al fine di racimolare i punti necessari che consentano la permanenza nella massima serie, impongono un cambio di rotta auspicato da tempo, che mai come ora diventa impellente.
Un obiettivo, date le premesse difficilmente raggiungibile, ma alla portata se ricercato attraverso un modulo e atteggiamenti differenti. In particolare uno schieramento che preveda tre difensori, una mediana a quattro e un reparto avanzato composto da due interpreti offensivi in grado di affiancare Pavoletti, potrebbe donare un maggiore equilibrio. Non solo, il contemporaneo impiego di Han, Sau e Pavoletti, vedrebbe un sacrificio ridotto in fase di non possesso per le punte, che godrebbero così di maggiore freschezza e responsabilità più sopportabili.
Teorie, idee, elucubrazioni che trovano poco fondamento se accostate ad un Lopez dimostratosi inabile nell'alimentare una crescita collettiva attraverso l'acquisizione di un'identità ben precisa, indispensabile per superare frangenti di maggiore difficoltà . Il momento tuttavia è tale che, qualsivoglia soluzione risulti accettabile e perseguibile nonostante innegabili evidenze.
Abbandonare una strada povera di dividendi in cambio di una soluzione ipotetica, consentirebbe un insperato e sorprendente cambio di rotta?