Maledetta carta d'identità . Stramaledetta sia, con la sua dicitura alla voce "data di nascita" che recita 12 aprile 2000. Nome e cognome, Fabrizio Caligara, atterrato a Cagliari non come anagramma mal riuscito della città ma come potenziale vice Cigarini.
Solo potenziale, perché la sensazione è che l'esordio del 38 rossoblù, nonostante il k.o. del regista titolare, sia rimandato. La risposta al perché è quel ritornello che in Italia siamo abituati a sentire sin troppo quando si tratta di un baby: "Non è ancora pronto".
Eppure non fu dello stesso parere Max Allegri, che lo lanciò al Camp Nou, mica al campo in terra battuta del dopolavoro, a sostituire Gonzalo Higuain. Questo perché Caligara è un ragazzo maturo calcisticamente, che da del tu con sfrontatezza al pallone, come fanno quelli che sanno di poter e di dover sfondare. Però Fabrizio è ancora minorenne, e il sillogismo italo-svedese suggerisce di aver pazienza coi giovani. Dunque si preferisce inventare il playmaker con gli ingredienti già presenti in dispensa, adattando e rielaborando, snaturando mezzali o cambiando modulo.
Perché lanciare un bimbo alla ribalta non è facile, non perché non sia pronto, ma perché bisogna essere pronti per lanciarlo.