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Ivo Pulga il normalizzatore

Al modenese Cellino ha chiesto di attenersi ad uno spartito con poche improvvisazioni

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Ivo Pulga è stato richiamato in fretta e furia per sostituire un Lopez che non avrebbe negli ultimi due mesi rispettato i diktat presidenziali.
Troppi esperimenti e cambi di modulo, rinunce all’apparenza inspiegabili a giocatori come Murru e Sau, che se in condizione dovevano essere titolari inamovibili ed un Ibarbo ripetutamente costretto a partire dalla panchina. Il tutto condito da una mancanza di svariate qualità che invece l’ex allenatore uruguaiano ha dimostrato di possedere ampiamente quando scendeva in campo, con la fascia da capitano.

Stiamo parlando della carenza o mancanza assoluta di carisma, leadership, lettura in corsa delle partite, ma soprattutto l’incapacità di infondere tranquillità e voglia di lottare ad un gruppo che lo aveva salvato in precedenza da un esonero già scritto.

Al fine di sopperire a tutte queste mancanze, la scelta è ricaduto sul quel Pulga il cui precedentemente allontanamento non sarà mai chiarito del tutto. Un Pulga che potremmo paragonare ad un capo che va bene in tutte le stagioni; prima allenatore, poi tutor con la funzione di far crescere l’ex bandiera ed ora chiamato a salvare capra e cavoli.
Al di là delle considerazioni che prospettano già pronto un remake del ruolo da chioccia nei confronti del Suazo o Pusceddu di turno, il tecnico modenese dovrà centrare una salvezza non certo proibitiva, considerato anche e soprattutto il materiale a disposizione.

Il margine di 7 punti sul terz’ultimo posto in classifica attualmente occupato da Livorno, va gestito coscientemente nelle restanti sei sfide. Solo due vedranno i rossoblù scendere in campo tra le mura amiche del Sant’Elia affrontando il Parma dell’ex Donadoni e una diretta concorrente per la salvezza come il Chievo Verona. Il Cagliari inoltre ha dalla sua il fatto che la quota salvezza sia notevolmente più bassa rispetto a campionati passati, data anche la povertà tecnica delle squadre che occupano le zone calde della classifica. 

Con tutta probabilità la scelta sui giocatori che andranno a comporre l’undici titolare ricadrà sugli uomini che compongono quello zoccolo duro capace di tenere unito lo spogliatoio in una stagione difficile, ma soprattutto e prima di tutto, uomini d’esperienza protagonisti di mille battaglie negli anni trascorsi in Sardegna. Tutte le responsabilità e gli occhi saranno puntati inevitabilmente sui vari Astori, Pisano, Dessena, Cossu e capitan Conti, quei ragazzi che più di qualunque altro hanno la maglia rossoblù cucita sulla pelle.

L’unico compito leggermente complicato che dovrebbe decifrare Pulga sarà quello di rianimare una manovra e un attacco incapace di produrre risultati apprezzabili. Prendendo gli uomini che vanno a formare il reparto d’attacco c’è l’imbarazzo della scelta su chi e come il Cagliari potrebbe schierare per scardinare le difese avversarie. Lopez, soprattutto ultimamente si era intestardito e ingarbugliato su scelte che in conclusione hanno finito per togliere ritmo e fiducia agli attaccanti presenti in rosa.

A Pulga in definitiva si chiede di effettuare scelte semplici e chiare, stabilire delle gerarchie che durino fino alla fine della stagione, quando allenatore, giocatori, tifosi e presidente potranno festeggiare la tanto agognata salvezza. 

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