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Vlada vuole chiudere il cerchio

Obbiettivo saracinesca per il portiere serbo

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Quando si abbassa la saracinesca. Questo ha rappresentato per il Cagliari Vlada Avramov. Prima di lui, già diversi panchinari erano riusciti a scalzare il titolare di inizio stagione. Beniamino Abate concluse con quindici presenze il torneo 1995-96, soffiando il posto a Valerio Fiori, sulla scia di alcuni accorgimenti di Bruno Giorgi, nel frattempo subentrato al “Trap”.

E che dire di Gennaro Iezzo: riserva del greco Katergiannakis nell'anno della Serie A con Zola, e capace di puntellare la retroguardia conferendole affidabilità e sicurezza. Ricorrere al mercato in un ruolo cosi delicato è sempre una scommessa spregiudicata, però Storari ci ha messo ampiamente del suo nella prodigiosa salvezza targata Ballardini 2008, e Sterchele nel '97 ha contribuito al recupero di sette lunghezze sul Piacenza, prima che l'elvetico Pascolo fosse “protagonista” tra i pali per l'intero girone di andata. Vlada viene da Novi Sad, cuore della Serbia, e giusto oggi inanella la sua trentacinquesima “primavera”.

Dunque, adolescente e giovanissimo negli anni della guerra. Prima di palloni e bordate, ha combattuto contro i missili. Sì, quelli veri. Non metafora per indicare tiri violenti. Ragione per la quale il concetto di “paura” è ridimensionato per quanto lo riguarda.

Le componenti fondamentali per un estremo difensore, quali sangue freddo, senso della posizione e scelta di tempo, non possono fargli difetto. Perché non puoi temere o tentennare con un simile vissuto alle spalle. Nel suo palmares la discesa in campo nella Coppa dei Campioni 2009-10, indossando la casacca viola contro il Debreceen. In rossoblù, ha chiuso il cancello a lucchetto in occasione della partita di andata all'Olimpico contro i giallorossi.

Mai una parola fuori luogo o noie nello spogliatoio. Nemmeno quando dalla panchina, suo malgrado, ha fatto da spettatore alle “marachelle” di Adan. Dal suo “numero uno” il Cagliari deve ripartire, per terminare di mettere in cascina i punti salvezza. Di nuovo la “Lupa” di fronte, per l'ideale chiusura di quel cerchio cominciato a disegnare lo scorso 25 novembre.

Con l'immutato obiettivo di tenere inviolati i suoi “legni”. Avramov, leader autentico, guantoni di sicurezza, fido guardiano della porta rossoblù.

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