Associazione di momenti e pensieri. A volte bastano piccoli collegamenti, correlazioni di idee e frasi, per cambiare il corso del tempo. Cosicché spesso bastano tre parole per tornare indietro di tre anni.
"Tripletta di Ekdal", ed è subito 28 settembre 2014, è subito Inter-Cagliari 1-4, Zeman sugli scudi, i rossoblù padroni assoluti di San Siro.
Già, San Siro, quello stesso stadio in cui lunedì si giocheranno le sorti dell'Italia, sconfitta a Stoccolma da una Svezia che ha letteralmente umiliato gli azzurri, dominando la partita è tenendo il pallino del gioco per larghi tratti. Il fulcro del gioco degli scandinavi, un ragazzo di ventotto anni di proprietà dell'Amburgo.
Sì proprio lui, quell'Albin Ekdal che per anni ha figurato nella mediana rossoblù, passando da giovane promessa a splendida realtà. Oggi Albin è diventato grande, giganteggiando nel centrocampo della Svezia, toccando una marea di palloni e accendendo la luce per i gialloblù. Stracciato il fenomeno Verratti nella sfida secca, è proprio nella zona nevralgica del campo che i vichinghi hanno vinto la partita.
E immaginate avere ancora un regista così in questo Cagliari. Nei rossoblù in cerca di logiche ed idee, un Ekdal sarebbe un'autentica manna dal cielo. Provate a pensare ad un terzetto con Ionita, Ekdal e Barella: sarebbe almeno una delle prime sette mediane del campionato. Certo fa piacer vedere un ex sardo così ben voluto a quei livelli, ma un minimo di malinconia per ciò che sarebbe potuto essere e non è stato, di certo, resta.