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Cagliari, il conto del mercato

Dopo quattro sconfitte di fila, sotto processo anche le scelte attuate nella sessione estiva precedente

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Fischi per i fiaschi, al momento, della sessione estiva di calciomercato (e per il resto della squadra). Base d’accompagnamento prima, durante e dopo la sfida del Cagliari contro il Genoa, persa alla Sardegna Arena (2-3). Il pubblico non ha risparmiato nessuno, nemmeno chi come Pavoletti, sbarcato nell’Isola per un bel gruzzolo – è l’acquisto più pagato della storia del club – e con l’etichetta di attaccante principe, è stato autore della prima delle due reti rossoblu-sarde.

TUTTO STORTO. Otto acquisti, ma solo uno (Cragno) capace, dopo otto turni di campionati, di fornire linfa vitale al vecchio organico. La scelta della società è stata quella di ingaggiare giocatori “navigati” nella serie A (Andreolli, Cigarini, Cossu e Pavoletti), che prendessero per mano gli elementi più giovani (tra gli arrivi Cragno, Romagna e Miangue), ma niente si è visto. Anzi, i nuovi erano reduci da stagioni non esaltanti – per infortuni e per scelta tecnica – e, fin dal ritiro, hanno palesato dei ritardi di condizione. Non solo loro, però: infatti, anche van der Wiel, giunto al Cagliari dopo un’esperienza dimenticabile col Fenerbahçe, sta faticando (eufemismo).

ALTRI SCIVOLONI. Due sul piano tecnico-tattico, perché l’incompletezza della rosa è innegabile. In difesa, mancano, da ambo le parti, dei laterali difensivi «naturali»: Padoin e Capuano, rispettivamente a destra e a sinistra, hanno dimostrato inadeguatezza, mentre Faragò non è andato tanto lontano dalla sufficienza. Ma, anche lui, in quelle zone bazzica da poco tempo. È vero, però, che sono presenti van der Wiel e Miangue, ma uno è da recuperare a 360° – mentalmente, fisicamente, tatticamente – e l’altro deve lavorare sodo sulla fase difensiva. A centrocampo, l’unico regista è Cigarini e, nel caso avesse bisogno di riposo o dovesse dare forfait – è capitato col Chievo, al suo posto giocò Barella – quelle zolle non saranno calpestate da un giocatore capace di svolgere con sufficienza quelle mansioni. Dunque, la casella di “secondo regista” è vuota.

UNICI OK. Cragno e Romagna, i giovincelli del gruppo. Il portiere, che un vero e proprio «nuovo» non è, è riuscito a non farsi rimproverare nulla: pure col Grifone, ha sì subìto due gol, ma ne ha evitato altri quattro-cinque, uscendo per infortunio dopo l’ennesimo intervento. Il centrale difensivo, al battesimo con la A, ha dovuto fronteggiare il tridente del Napoli e ha commesso qualche errore, soprattutto dovuto all’inesperienza. Stesso spartito col Genoa, ma i progressi si vedono e i miglioramenti sono dietro l’angolo.

IL CONTO. Quello che ha presentato il calciomercato: infatti, il Cagliari ha vinto solo 2 gare, ne ha perse 6 – quattro di fila e tre delle quali alla Sardegna Arena –, è il quarto peggior attacco (6 reti, media di 0,75 a gara) e la 17ª retroguardia più battuta (14 gol, media di 1,75 a partita). E, da non tralasciare, i problemi fisici che perseguitano di continuo i giocatori – in questo caso, cruciale il programma costruito dallo staff tecnico. A Diego López, scelto come nuovo allenatore, il compito, sul campo, di attuare accorgimenti per uscire dalla crisi; per il club stesso impegno, ma dalla scrivania.

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