La prestazione fornita dal terzino olandese contro il Genoa, rende superflua qualsiasi valutazione circa i 45 minuti trascorsi sul terreno di gioco. Occorre invece soffermarsi e domandarsi su cosa abbia spinto l'allenatore ad optare per l’utilizzo, il primo in stagione, di van der Wiel.
Un impiego atteso, coinciso con uno schieramento inedito del reparto arretrato: il giovane Romagna registrava la seconda presenza in A da titolare, la prima in coppia con Pisacane, mentre Padoin, uno che di mestiere fa il mediano, è stato dirottato sulla corsia mancina, dopo aver iniziato la stagione interpretando il ruolo non suo di terzino destro. Una scelta discutibile, resa ancora più criticabile poiché operata in occasione di un match estremamente delicato per il tecnico campano e la formazione da lui allenata.
Un van der Wiel risultato al momento completamente inadeguato, ha rappresentato la punta di un iceberg, dove la squadra ha restituito la netta impressione di essere ancora a Napoli, alle prese con la compagine allenata da Sarri. Un Cagliari che nella prima frazione di gioco non è sceso in campo, incapace di costruire alcuna trama di gioco, subito sotto nel punteggio si è ritrovato in diverse occasioni in balia di una squadra che sino al match della Sardegna Arena si era dimostrata incapace di centrare la prima vittoria in campionato.
Imputare tuttavia colpe eccessive ad un van der Wiel alla prima presenza nel campionato italiano, potrebbe di fatto pregiudicare l’intera esperienza del difensore tra le fila rossoblù.
Tra i diversi interrogativi che aleggiano attorno al Cagliari, quello di capire quale sia il destino della fascia destra si fa sempre più pressante; recuperare al più presto, fisicamente e psicologicamente van der Wiel è una priorità , nell’attesa che il Cagliari possa ritrovare serenità e risultati fondamentali al fine di consentire il raggiungimento tra gli altri, anche di questo obiettivo.