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Pisacane, il Genoa nel destino

Il centrale difensivo rossoblu sfida la squadra che lo gettò tra i professionisti

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Diciassette anni fa, a Genova, il campo “Pio XII – Gianluca Signorini”, in via Ronchi 67, aprì i cancelli a un ragazzo di 14, che aveva appena salutato i Quartieri Spagnoli. Lì, Fabio Pisacane rimase tra i banchi di scuola fino alla terza media e calciò con gli amici, nei vicoli piccoli e stretti, un pallone. Un modo col quale distrarsi e sfogarsi dopo i libri e aver sentito le urla e il rumore degli spari – tra il ‘96 e il 2000 la routine del quartiere –, ma anche per emulare Gabriel Omar Batistuta, suo idolo, e sognare il Boca Juniors. Le partite a Largo Baracche fino a notte, con le maglie che formavano le porte e alcune, forzate interruzioni perché sull’asfalto c’era un cadavere. E poi l’arrivo di papà Andrea per tornare a casa, fare una doccia e cenare.

Il primo rossoblu – Non solo con gli amici – con i quali si procurò una cicatrice sotto l’occhio sinistro, scontrandosi con un carrello di granite – giocò, però, Pisacane: fu attaccante della Celeste, squadra della zona. E poi, il primo rossoblu: quello del Genoa, dove approdò nel 2000, partendo dalla categoria Giovanissimi. Una mattina, prima dell’allenamento con i compagni, la sfida inaspettata, la più difficile e grande: la sveglia suona, ma la braccia non funzionano; il viaggio in direzione dell’ospedale San Paolo di Savona e il risultato degli esami, la sindrome di Guillain Barrè; e poi, il coma di venti giorni, i tre mesi su un letto e il rientro a Napoli per svolgere la fisioterapia.

Il traguardo – Fabio, dopo la paura, riuscì a riprendersi: prese il telefono e chiamò Claudio Onofri, all’ora responsabile del settore giovanile del Genoa. Vorrebbe ricominciare a giocare, la voglia è troppa. E Onofri lo accontentò, convocandolo per un torneo a Düssendolf, in cui venne premiato come miglior giocatore della competizione. Nell’estate del 2004, Pisadog venne aggregato alla prima squadra guidata da Serse Cosmi, che il 28 maggio dell’anno successivo decise di schierarlo contro il Catanzaro: 21 minuti come centrale difensivo, col 18 sulle spalle, al posto di Francesco Baldini ed esordio tra i professionisti, in serie B. Dopodiché, altre quattro primavere sotto contratto col Grifone, ma sempre lontano da Genova: andò in prestito in serie C, dal Ravenna al Lanciano, passando per la Cremonese.

La sfida speciale – Quella di domenica pomeriggio, alla Sardegna Arena, proprio contro il Genoa. Perché Pisacane, dopo un weekend di riposo forzato prima della sosta per le nazionali a causa dell’espulsione rimediata contro il Chievo, è pronto a guidare il pacchetto arretrato – di cui è la colonna portante: tra serie A e Coppa Italia ha giocato 7 delle 8 gare disputate – del Cagliari. Per Pisadog un avversario che evocherà ricordi importanti, in una gara da vincere e un altro rossoblu – il secondo della sua vita – da difendere.

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