La poca attenzione, gli errori di posizione e d’intervento che hanno macchiato la scorsa stagione, dopo tre mesi di allenamenti e partite, sembrano lontani. Il Cagliari, sul campo della Spal, come col Crotone, ha vinto e ha mantenuto la porta inviolata. Rastelli, nella conferenza stampa pre-Ferrara, aveva invocato la squadra a un salto di qualità dal punto di vista mentale: l’ha avuto, soprattutto dal reparto difensivo, il più criticato un campionato fa e oggi sotto la lente d’ingrandimento dello staff tecnico e della piazza rossoblu.
LA MANO DEL MERCATO. Quel Cagliari che ha incassato 76 reti, 2 a partita, e ha concesso una media di 17,2 tiri ogni 90’, è quasi del tutto sparito. La sessione estiva di mercato, innanzitutto, ha fatto la sua parte: confermati Capuano, Ceppitelli e Pisacane; hanno salutato Bruno Alves (l’esperienza per sopperire alla lentezza), Isla (più votato all’attacco che alla difesa), Murru (di lui, in entrambe le fasi – forse – si sentirà la mancanza) e Salamon (poco spazio, a caccia di minuti alla Spal); sono arrivati Andreolli (stazza fisica e leadership al potere), van der Wiel (in fase di recupero della condizione fisica), Miangue (acquistato a titolo definitivo) e Romagna (domenica ha esordito in serie A).
L’EQUILIBRIO RITROVATO. La difesa a quattro, dogma rastelliano, è stata riproposta dall’allenatore anche nel suo terzo mandato. Dopo i disastri difensivi del 2016/17, anche se già già durante la stagione stessa – soprattutto con l’approdo di Legrottaglie, il 9 gennaio, come vice-allenatore –, il registro è un po’ cambiato. Mentre da Peio, passando per Aritzo e Asseminello, col lavoro di Rastelli e del nuovo organico tecnico, i meccanismi «arretrati» del 4-3-1-2 sono migliorati. Il pacchetto, come dimostrano le prime uscite stagionali, è attento e aggressivo. Le coperture orizzontali, da un lato all’altro, effettuate dai giocatori in sincronia, la diga costruita dal regista (Cigarini) davanti ai due centrali (Pisacane e Ceppitelli), i raddoppi delle mezzali (Ionita e Barella) in soccorso agli esterni bassi (Padoin e Capuano) e lo scivolamento a ritroso del trequartista (Joao Pedro) e di uno dei due attaccanti (Pavoletti e Sau), hanno permesso al Cagliari di non soffrire più di tanto – seppur Cragno, nel secondo tempo, ha messo i guanti su tre conclusioni – la Spal. Proprio come col Crotone e, a sprazzi, col Milan.
SFATATO IL TABÙ. Così, per due match consecutivi, i rossoblu hanno messo davanti alla porta il cartello «Vietato passare». Impresa d’altri tempi: in serie A, per 180’, il Cagliari non riusciva a negare la gioia del gol agli avversari dal 2012/13: pareggiò a Catania (0-0, il 7 aprile 2013) e vinse, a Trieste, contro l’Inter (2-0, doppietta di Pinilla, il 14 aprile 2013). Con Rastelli alla guida, invece, l’ultima volta fu in serie B: doppio 3-0, prima al Bari, nella notte della promozione al San Nicola (6 maggio 2016), e poi alla Salernitana, al Sant’Elia (14 maggio 2016).
TEMPO DI CONFERME. Già domani, per la seconda sfida alla Sardegna Arena, i «Rastelli Boys» proveranno a ripetersi: di fronte, alle 20.45, ci sarà il Sassuolo. E domenica, sempre nella tana rossoblu, sbarcherà il Chievo Verona (ore 15). Per l’allenatore, che spera nel recupero di Andreolli (da valutare per un affaticamento muscolare), sono giunte risposte soddisfacenti da Ceppitelli: il centrale, in campo prima di domenica il 5 febbraio 2017 a Bergamo, è pienamente recuperato e al Mazza l’ha dimostrato. Una pedina in più per il Cagliari, che ha trovato il giusto equilibrio difensivo.