Il suo lavoro è sempre stato poco considerato negli ultimi tempi e talvolta un po’ troppo criticato: sacrificio, corsa, difesa e ripartenza erano all’ordine del giorno.
Si trattava di compiti “oscuri” e che mostravano un Marco Sau decisamente diverso da quello che tutti conosciamo. Questo nuovo modo di giocare gli ha impedito però di essere il solito pericolo costante per le difese avversarie.
Tuttavia, in quel di San Siro contro il Milan (in cui si è visto, nonostante la sconfitta, il miglior Cagliari dell’era Rastelli), si è anche rivisto un Sau d’assalto e grintoso, ma soprattutto desideroso di voler tornare a dimostrare tutto il suo talento in uno dei templi di maggiore splendore del nostro calcio.
Se lui gioca davanti (e non spalle) alla porta, allora il “vecchio” Sau entra in azione e si può riconoscere perfettamente la sua capacità nel dribbling, nello scatto, nel proporsi e anche nell’accompagnare l’azione.
Poi l’urlo strozzato in gola per quel gesto tecnico spettacolare a Donnarumma battuto. Poteva rappresentare la giornata perfetta per il 25, ma la sfortuna e il legno hanno voluto metterci lo zampino (forse abbagliati dalla bellezza di un tiro così difficile e ben congeniato).
Palo a parte, la partita di ieri può essere il messaggio di Sau a questo campionato (appena iniziato da due giornate), ovvero quello di comunicare a tutti che lui sta tornando davvero. Da ora in avanti, "Pattolino" può ricostruire mattoncino su mattoncino la sua rinascita che da molto tempo i tifosi di fede rossoblù sognano vedere realizzata.
Con un Sau così, Rastelli può essere assolutamente soddisfatto di averlo ritrovato e punta con lui a trovare i primi punti di questa annata rossoblù. Le premesse ci sono tutte.