È sempre facile ed estremamente comodo esprimere giudizi al termine dei novanta minuti. Tuttavia è lecito criticare e constatare come alcune scelte possano incanalare le partite verso binari ben precisi.
Al minuto 33 della prima frazione di gioco, una grande giocata di Ljajic consente al Torino di agguantare il pareggio. Niente di nuovo sotto il sole che aleggia attorno alla formazione rossoblù, se non fosse che la rete del serbo viene immediatamente seguita da una decisione singolare. Borriello alle prese con un infortunio patito alcuni minuti prima è costretto a lasciare il campo. L’ennesimo episodio poco fortunato della stagione del Cagliari non crea tuttavia eccessivo stupore, quanto la scelta operata da Rastelli di sostituire il bomber della formazione isolana con il centrocampista Faragò, preferendo l’ex giocatore del Novara a giocatori con caratteristiche nettamente più offensive come Farias e Han.
Lo spostamento di Ionita sulla trequarti ed al fianco di Joao Pedro, avrebbe dovuto nelle intenzioni del tecnico campano, consentire di mantenere invariate iniziativa e soluzioni offensive ad un attacco dove Sau viene designato come terminale ultimo.
L’effetto invece è quello di un Cagliari immediatamente schiacciato nella propria metà campo, completamente in balia di una squadra granata, che nel giro di cinque giri di lancette è stata abile nel portarsi in vantaggio grazie ad un’incornata di Belotti.
Una scelta infelice, che ha dato il segnale di volersi concentrare primariamente sulla fase difensiva e solo in seconda battuta sulla possibilità di far male ad un Torino che ha nella retroguardia il suo punto debole. Una decisione che ha segnato oltremodo l’esito di una partita che nelle premesse poteva dare in la per un finale di stagione all’insegna di uno spirito differente.
Il Cagliari infatti ha raggiunto la salvezza da diverse giornate e ci si domanda continuamente quale sia l’obiettivo della formazione rossoblù e del tecnico Rastelli in queste restanti partite.
A posteriori è sempre facile muovere critiche, ma se non si osa in tali circostanze, quando è opportuno farlo?