Ora tocca a te, ragazzo. La sventola da trenta metri col Crotone la ricordano tutti, quel giorno Alessandro smise di essere il giovane della Primavera e divenne Deiola, pilastro di un Cagliari che lottava per risorgere dalle ceneri.
Un campionato tra alti e bassi, quello del ventunenne di San Gavino in cadetteria. Poi la promozione in serie A, i dubbi, lo teniamo o non lo teniamo, lo facciamo crescere in B o lo culliamo tra di noi. Alla fine prevale la cessione, con Deiola che vola a La Spezia a farsi le ossa. Solo che le cose cambiano, dopo tre mesi i rossoblù hanno bisogno di un centrocampista. Si guardano intorno e pensano proprio a lui, a una delle più luminose speranze del calcio sardo.
Dopo un brevissimo congedo Alessandro torna a casa, con una squadra rinnovata e con ambizioni nuove. E ora verrà il bello. Perché il tempo dell'attesa è finita, il tempo della favola del bambino prodigio è terminato, ora Deiola deve dimostrare quanto valga. Da subito, sin dalle prime comparse. Dovrà far vedere a tutti che è diventato grande, che è un giocatore da Serie A e che la sua casa è solo Cagliari. Ma su questo, francamente, c'erano davvero pochi dubbi.