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Presidente, è lei l'Ammiraglio?

"E' davvero pronto ad abbandonare la nave? C'è chi confida in lei"

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“Questo calcio non mi rappresenta, sto pensando di cedere la società”.

Uno sfogo, in due anni e mezzo di presidenza, ci può e ci deve stare. Specialmente se il bicchiere è diventato pieno sino all’orlo, in virtù di un clima tutt’altro che sereno.

Non sono bastati la vittoria del campionato di B e i 23 punti conquistati in 18 giornate a sedare i malcontenti dettati prevalentemente dal gioco poco esaltante, specie se rapportato al valore della rosa.

Eppure i corsi e ricorsi ci aiutano a comprendere che proprio uno sfogo può servire da stimolo per ricominciare e crescere. Più volte l’ex patron rossoblù Massimo Cellino “minacciò” di vendere la squadra e lasciare il mondo del calcio, ottenendo come effetto il compattarsi e remare tutti dalla stessa parte.

Presidente Giulini, se davvero crede nel progetto Cagliari, si opponga con forza a tutto quello che può destabilizzare l’ambiente, cerchi di ricucire il rapporto tra il tecnico e la squadra, provi a dialogare con i leader del gruppo, non si faccia condizionare dagli “impulsi” esterni e accetti le critiche degli addetti ai lavori, se costruttive.

Ha preso un impegno non semplicemente con una società, ma con un’intera isola, a cui poche gioie sono rimaste: lo sport rappresenta proprio una di queste.

C'è chi confida in lei, nel nuovo stadio, nella speranza che si possano scrivere nuove gloriose pagine della storia del Cagliari. Perché i supporters “genuini” non hanno perduto la voglia di sognare.

E' davvero pronto ad abbandonare la nave? Lei è l’Ammiraglio, e l’ammiraglio è il primo a rimboccarsi le maniche nei momenti di difficoltà.

Ci rifletta bene, presidente.

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