19 punti in classifica, +12 dal terzultimo Pescara (prossimo avversario), 22 reti segnate (da 10 giocatori differenti) e ben 31 subite (peggior difesa della Serie A). Nonostante ciò, il bicchiere è abbastanza pieno, e il Cagliari viaggia ad una perfetta media salvezza, considerando anche i numerosi infortuni che l’hanno contraddistinto.
Due stagioni fa, in massima serie, la compagine di Zeman (prossimo al primo esonero) era dopo 14 giornate a quota 11, reduce dai ko in casa contro Fiorentina (4-0) e Chievo (2-0). Due erano stati i successi conquistati fino a quel momento (entrambi in trasferta, ai danni di Inter ed Empoli) e 5 i pareggi, con 20 reti siglate, ripartite tra 7 marcatori.
Un netto miglioramento, nel corso della stagione in corso, rispetto a quella 2014/15. Il tecnico Rastelli, in barba al bel gioco, mira ad essere concreto e a conquistare punti preziosi per raggiungere la salvezza, come nel caso della gara contro l’Udinese.
Fino a questo momento, in ogni caso, dati alla mano, il tecnico campano sta dimostrando di essere meglio del boemo.
Ma cosa sarebbe successo, due campionati fa, se Zeman avesse avuto a disposizione un organico come quello attuale, con almeno un portiere di categoria e degli attaccanti efficaci sottoporta?