La Sardegna, nell’immaginario collettivo, è ampiamente nota come paradiso estivo grazie alla straordinaria bellezza delle sue spiagge e per le sue acque cristalline, ma anche per un entroterra sempre più amato e ricercato.
Ed è proprio l’entroterra che cattura gli occhi e il cuore di quei viaggiatori che hanno il piacere di scoprirla, spesso a piedi, all’avventura, borgo per borgo, sentiero dopo sentiero, pietra dopo pietra.
E sono quindi i graniti della Gallura o le rocce rossastre dell’iglesiente a fare da richiamo, come immobili sirene di Ulisse, attirando un numero sempre maggiore di appassionati i quali, armati di attrezzatura adatta, si cimentano su pareti rocciose soprattutto in primavera e in autunno, stagioni durante le quali le condizioni climatiche risultano particolarmente idonee.
Sono numerose ormai infatti, in tutta l’isola, le pareti attrezzate disponibili, sulla base dei diversi gradi di difficoltà , per tutti gli appassionati; dall’Ogliastra all’Iglesiente, dalla Gallura al sud Sardegna sono solo alcune delle mete più ambite e visitate non solo dagli sportivi sardi ma anche per gli estimatori in arrivo da tutto il mondo.
Ad ogni modo, ma come per tutte le attività sportive, la prima regola è sempre quella di partire da una corretta valutazione della propria preparazione, dal livello di esperienza e condizione fisica, e dal tempo a disposizione.
Probabilmente il nome di una località , su tutte, è evocativo dell’arrampicata in Sardegna: Biddiriscottai, una scogliera di calcare rosso, con una grotta a picco sul mare di Cala Gonone, una zona dell’isola particolarmente benedetta in termini di natura spettacolare e attrattiva.
La falesia di Biddiriscottai, nei pressi della splendida Baunei, è infatti l’ultimo tratto della costa gononese ed è uno dei luoghi più noti dell’intera isola dove poter praticare l’arrampicata sportiva che richiede, a causa del tratto particolarmente impegnativo, abilità tecniche avanzate e notevole preparazione. Inoltre, per i più intraprendenti, è spesso accostata anche al trekking tra i più noti al mondo, il Selvaggio Blu,considerato il più difficile tra i trekking italiani per lunghezza e difficoltà tecniche del percorso che si articola in cinque giornate tra camminate, arrampicate, discese in corda e tanto altro.
Un percorso impegnativo, lungo circa 50 km, tra sentieri sconnessi e impervi, immersi nella natura selvaggia e unica della macchia mediterranea, il profondo blu del mare, odori e rumori della Sardegna più autentica a partire dalla imponente Pedra Longa fino alla incantevole Cala Sisine.
Sempre incastonato nello splendido scenario ogliastrino poi anche l’obelisco naturale dell’Aguglia di Goloritzè, una delle calette indubbiamente più belle e scenografiche dell’intera isola.
L’aguglia, o Agugliastra per chiamarla alla maniera antica e che darebbe origine anche al nome Ogliastra, non è un enorme scoglio ma un pezzo di montagna alto centoventotto metri franato in avanti millenni addietro direttamente e strapiombo sul mare color cristallo.
Ad ogni modo, questo territorio offre ancora tanto altro poiché la provincia ogliastrina ha un aspetto molto variegato, passando rapidamente dalle incantevoli spiagge, passando attraverso i tacchi, per arrivare alle vette del Supramonte, passando dal calcare, al porfido, al granito.
Un territorio, quello d’Ogliastra, sempre più ricercato per le vacanze ma anche dagli sportivi poiché le sue falesie, le sue gole profonde nel corso degli anni stanno riscuotendo un successo sempre crescente tanto da essere diventato una delle mete preferite dagli arrampicatori provenienti da tutto il mondo.
In particolare, particolarmente ambiti risultano i monoliti di Jerzu, i quali offrono una scalata sì tecnicamente impegnativa ma assolutamente ripagante in termini di emozioni e panorama.
Altrettanto ricercate poi le pareti verticali che fanno da sfondo a Ulassai, con particolare menzione per il canyon denominato sa Teppara, con una salita che porta alla sommità del tacco che domina il paese regalando a chiunque decida di percorrerlo, data la sua accessibilità , panorami e scenari mozzafiato; giunti alla sommità sarà possibile ammirare il canyon in tutta la sua ampiezza prima di chiudere il percorso ad anello rientrando in paese.
Immancabile invece nel Supramonte una visita alla celebre Gola di Gorroppu, profondo canyon tar Orgosolo e Urzulei il cui nome significa proprio dirupo, ma dove tuttavia, complici una serie di passaggi molto tecnici, è decisamente adatto ad esperti.
La Gola, le cui pareti sono alte fino a cinquecento metri e con ampiezza variabile tra i quattro e una decina di metri, è considerato come il canyon più profondo d’Italia e tra i più profondi di tutta Europa!
Da non trascurare infine che il Supramonte regala anche le ben note pareti di Punta Cusidore e Bruncu Nieddu.
Sul versante sud dell’isola, nella zona di Domusnovas è possibile scalare circa venti falesie di diversi livelli e difficoltà , adatte ad una ampia platea con esperienza diversificata. Tra le varie, una menzione merita la falesia denominata Ruota del Tempo, caratterizzata da tiri in prevalenza strapiombanti e numerose dita, apprezzata anche perché risulta essere una delle pareti più antiche e severe dell’intera zona.
L’iglesiente non è da meno con la ben nota falesia calcarea di Masua con il Castello dell’Iride che offre tiri e scalate per tutti i gusti e diversi livelli di difficoltà .
Nella zona di Buggerru, ancora, il canyon di GutturuCardaxiu con arrampicate di vari livelli di difficoltà ma citiamo alcune tra le falesie più conosciute quali ad esempio S’Istentales, Banana Republic, il piccolo Canyon, il Canyon di San Niccolò e la Grotta dei Nasi Lunghi.
Progetto promosso dalla Regione Sardegna, Assessorato al Turismo