Che la Sardegna sia un’isola dalle mille risorse e dalle infinite bellezze è ormai un dato assodato come è altrettanto assodato oramai che il binomio Sardegna - mare è ampiamente “superato”.
È certamente innegabile che l’isola sia una tra le località balneari più belle e desiderate del mondo, il cui solo nome già sia in grado di evocare spiagge dorate e mare cristallino, calette isolate capaci di farci sognare, natura selvaggia a perdita d’occhio.
Ma l’isola offre ancora di più. Se le coste fanno innamorare, bisogna ammettere che l’entroterra e la sua natura conquistano definitivamente cuore, occhi e mente di chi decide di scoprire questa terra millenaria.
Tra i tanti modi di scoprire la Sardegna, una menzione particolare la merita il trekking, una forma di turismo moderno ed allo stesso tempo antico, che consente di percorrere gli antichi sentieri alla scoperta di territori più antichi e selvaggi, su sentieri battuti dal vento e dai pastori, dagli uomini e donne che conoscono palmo a palmo questo piccolo angolo di paradiso in mezzo al Mediterraneo.
Tra i trekking più noti e ambiti figura il Selvaggio Blu, considerato il più difficile tra i trekking italiani per lunghezza e difficoltà tecniche del percorso che si articola in cinque giornate tra camminate, arrampicate, discese in corda e tanto altro.
Un percorso impegnativo, lungo circa 50 km, tra sentieri sconnessi e impervi, immersi nella natura selvaggia e unica della macchia mediterranea, il profondo blu del mare, odori e rumori della Sardegna più autentica a partire dalla imponente Pedra Longa fino alla incantevole Cala Sisine.
Percorsi isolati, lontani dalla frenesia e dai rumori del mondo, accompagnati dai profumi del lentischio, del ginepro e tutta la macchia mediterranea, dal belato delle pecore e dai loro campanacci, dal cielo pulito e odoroso sotto il quale passare le notti.
È un trekking impegnativo, difficile e duro ma allo stesso tempo affascinante e indimenticabile poiché consente di entrare in sintonia con la natura circostante, scoprirne i segreti più silenziosi e remoti senza minarne l’assoluta integrità, nel vero spirito del trekking stesso.
Il percorso nasce, verso la fine degli anni ’80, dall’idea di due alpinisti e dell’allora sindaco di Baunei con lo scopo di unire e collegare i vari e sparsi sentieri della montagna, percorsi fino ad allora dai pastori o i carbonai, ma che a quell’epoca risultavano per lo più ormai inutilizzati.
Dalla creazione del percorso e relativa promozione a consacrazione a “trekking per eccellenza” il passo è stato breve poiché, fin dalla sua nascita, questo percorso ha prontamente conquistato cuore e piedi degli appassionati del settore.
Attualmente tale percorso compare tra le numerose offerte turistiche della zona, strutturate in diverse associazioni e cooperative pronte ad accogliere, accompagnare e fare da punto di riferimento per singoli o gruppi pronti a mettersi in cammino e cimentarsi in questo percorso unico.