Nel solco dell’eredità ricevuta

Ripercorriamo la stagione del capitano rossoblù

Marco Castoni
15/06/2016
Approfondimenti
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Analizzare i diversi dati inerenti alla stagione rossoblù, consente di comprendere meglio l’apporto e l’importanza di ogni singolo giocatore in maglia rossoblù.

Daniele Dessena è stato un perno in campo e fuori per l’economia della squadra allenata da Rastelli, infatti il capitano rossoblù nel momento dell’infortunio shock a seguito dell’intervento di Coly a Brescia, risultava di gran lunga insieme a Storari, il giocatore più utilizzato dal tecnico campano. Una statistica che non desta grande stupore perché identifica fedelmente il tourbillon di sentimenti che legano Dessena alla maglia rossoblù.

Il centrocampista parmense è il giocatore, ma soprattutto l’uomo designato dalla società al fine di tramandare i valori recepiti nel corso di una carriera che nonostante i 29 anni lo identifica come uno degli interpreti più esperti. L’affetto ricevuto da compagni, tifosi ed avversari a seguito della frattura composta di tibia e perone, dimostrano quanto Dessena sia riuscito a dare nel corso di questi anni, venendo definito non a caso dal presidente Giulini “l’anima della squadra”.

Nell’attesa del ritorno in campo del proprio capitano, i compagni hanno mantenuto fede alla promessa di centrare la promozione e il ritorno in A, dando a se stessi ed allo stesso Dessena, l’opportunità di confrontarsi nuovamente nel palcoscenico più importante.

Sino al momento dell’infortunio Dessena ha offerto prestazioni di grande sostanza e sacrificio, indicando ai compagni con carisma e l’esempio sul campo, la strada da seguire al fine di riportare i colori rossoblù dove meritano.

Voto alla stagione 7,5

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