Si intitola "La prima regola degli Shardana", il libro (edito da Feltrinelli) scritto dal giornalista sardo Giovanni Floris.
Un romanzo. La storia di Raffaele, imprenditore fallito ma voglioso di riscatto. Poi c'è Sandro, attore mancato. Ed infine Giuseppe, giornalista. I tre sono legati da una forte amicizia dalle radici lontane, resa inossidabile fin dall'adolescenza vissuta insieme in Sardegna.
L'opera è ambientata in Ogliastra nel paese di "Prantixedda Inferru". I protagonisti si impegneranno per mettere su una squadra di calcio, che se pur piccola e poco vincente, sarà utile per tornare a vivere. Obiettivo, la "Coppa Sarda".
Nel romanzo del Floris c'è spazio anche per il Cagliari. In particolare per l'ex rossoblù "Spadino" Selvaggi:
"Era un centravanti rapido, come Paolo Rossi e Butragueño. Ha vinto il Mondiale senza giocare e senza andare neanche in panchina, fu importantissimo per il gruppo, incarna il senso del libro. E poi era il mio idolo da ragazzino", racconta Floris in una intervista su insideroma.com.
"Ero troppo piccolo - prosegue Floris - per vivere direttamente il mito di Gigi Riva che mi raccontava mio padre. Il mio Cagliari era quello di Virdis-Selvaggi-Piras, a cavallo degli anni Settanta-Ottanta, e una volta chiesi a Spadino anche l’autografo, emozionato. Dopo un Lazio-Cagliari ricordo che me lo fece anche Quagliozzi".