La dura legge della B

L'analisi del match contro il Trapani

Luca Neri
06/03/2016
L'Editoriale
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Mettiamola così: se non esistessero i minuti di recupero ieri sarebbe stato tutto da buttare, Cagliari in crisi nera e si salvi chi può. Ma nel regolamento è previsto un extra-time variabile, utile a recuperare il tempo perso in cui non si è giocato.

Al Cagliari, ieri, è servito più che altro per recuperare certezze che sembravano non esistere più, per tirare un sospiro di sollievo e capire che non tutto va così male. Cerri to Pedro e si respira, dopo 92 minuti di apnea.

Certo la situazione resta critica, e non tanto per l’andamento generale del Cagliari: nessuno pretende che i rossoblù vincano il campionato con 15 punti di distanza, perché i sardi non sono il Real Madrid o il Bayern Monaco, e quindi la classifica può anche andar bene così. Il problema riguarda semmai il fatto che nelle ultime tre partite il Cagliari abbia collezionato un solo punto, ma anche qui la questione si può ancora spostare, del resto una flessione ci può stare, non si può sempre vincere e i “periodacci” possono capitare.

Il fatto è che il Cagliari non mostra segnali di ripresa, non è che giochi bene e non concretizzi, gioca proprio male, soffre l’avversario, e anche oggi se il primo tempo si fosse concluso per 3 o 4 a zero per il Trapani nessuno avrebbe potuto gridare allo scandalo. Poi ovviamente le numerose assenze sono un fattore, ma un centrocampo formato da Joao Pedro, Colombatto e Cinelli vale meno di Nizzetto-Coronado-Rizzato? La verità è che questa squadra è comunque più forte anche con l’organico dimezzato, ma forse i rossoblù erano convinti di esser in Serie A già a Febbario, a quattro mesi dalla fine del campionato.

E la B è così, non perdona, ma soprattutto è lunga, lunghissima. E in un campionato così vasto non esiste un andamento lineare, non può esserci una squadra che parte bene e conclude bene o viceversa. SI ragiona per periodi: ci son momenti in cui sembra di esser inarrestabili, altri in cui si  più vulnerabili, alcuni di flessione, a volte di crisi. Ora, parlare di crisi per una squadra prima in classifica mi sembra quantomeno bizzarro, soprattutto se si considera il fatto che sino a qualche settimana fa questa squadra sembrava una macchina da guerra progettata per annientare. Sicuramente il Cagliari sta vivendo un brutto periodo, ma nulla di irrimediabile.

Del resto le cose peggiorane sempre prima di migliorare, e soprattutto, se hai fatto un salto di cinquanta centimetri e ne vorresti fare uno di un metro, non puoi darti lo slancio una volta che sei in volo. Devi prima atterrare, sentire i piedi che toccano terra, far forza su di essi e staccare. Così si può. 

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