Ed eccolo lì, il ragazzino che ha sempre preso dieci ma che si becca il due per non aver fatto i compiti. Eccolo lì il cuoco provetto che non ha mai sbagliato una ricetta, eccolo eccedere col sale. Poi c’è quel tiratore con l’arco fenomenale, ha sempre fatto centro, ma stavolta manco s’è avvicinato. Parallelamente c’è il matematico che fa 3+3 e ottiene 6. Lo rifà e ottiene sei. E vallo a distrarre, ti dirà sempre che fa sei. E glielo chiedi pure, cerchi di convincerlo che faccia sette. Ma lui scuote il capo e ripete “sei”. Ha ragione, accidenti se ha ragione. Gli potrai pure dare del testardo, ma farà bene lui a continuare per la sua strada. Fa sei, e non si può discutere, perché è matematica, è scienza esatta, è certezza.
Tutto il resto può andare come non ti aspetti. A calcio funziona diversamente, non sempre tre più tre fa sei. A volte otto, quando cinque, altre volte sette. E dunque puoi anche perdere a Cesena dopo aver fatto 61 punti in 27 partite, può succedere ed è normale che accada, altrimenti potremmo fare il campionato dei robot e a questo punto staremmo qui a parlare di Tars e Case anziché di Melchiorri e Farias.
Già, Farias. Quello che ieri non era in campo. Coincidenza ha voluto che proprio ieri il Cagliari non riuscisse a rendersi pericoloso in avanti, che non si creasse mai superiorità numerica e che la manovra fosse molto più scontata. Ovviamente una coincidenza.
Per il resto i rossoblù ieri sembravano la copia meno fortunata degli undici del primo tempo contro il Pescara. Questa volta, però, alle imprecisioni si è aggiunto il nervosismo, con botte da orbi in mezzo al campo, risse, scaramucce poco british e testate ancora meno british. Inevitabile in queste situazioni finire la partita in 10, con l’espulsione di Murru a fare da specchietto per le allodole.
Sembra che tante, troppe persone, non aspettassero altro. Sarò parte di una minoranza esigua, ma io continuo ancora una volta a difendere questo ragazzo, che deve poter lavorare con serenità. Con la testa sgombra ha sfornato prestazioni di grande spessore, e non può essere un caso. Il talento c’è, niente da aggiungere.
Ad ogni modo, questa partita cambia poco ai fini della classifica: il Cagliari sta ancora in vetta solitaria, guarda tutti dall’alto e pazienza se le distanze dovessero restringersi. Paradossalmente, infatti, questa partita potrebbe anche esser servita a svegliare chi era già andato in letargo pre-Serie A, a far capire che va bene salire sulla barca che porta alla massima categoria, a patto che si remi. Perché ci si può anche affidare al mare, alle onde, sperando e pensando che ti portino dove vuoi arrivare. Ma il vento ci mette un secondo a cambiare, e se avevi già mollato i remi, poi potrebbe essere troppo tardi per riprenderli.