Dalla A alla Z: Conti “Ringhio”, Nenè Sotomayor, Pinilla “pindacciato”, Roca nocivo

Tutti i protagonisti della gara visti con occhio critico e ironico

Andrea Piras
10/02/2014
Curiosità
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A come Avramov: ancora una volta protagonista nel bene e nel male. Salva il risultato in un paio di circostanze ma ancora una volta non esce in occasione del gol: vista l’età, vuol prendere esempio dal suo più illustre collega Abbiati del Milan. Statico.

B come Bomber: quello che manca al Cagliari. Soprattutto in trasferta. Ma l’arcano mistero è presto spiegato: nello spogliatoio è partita la scommessa per la quale chi arriva prima a dieci gol paga la fornitura annuale di gel del mister Lopez. Sterili.

C come Conti: l’indomito capitano è un guerriero trascinatore. Pressa a tutto campo, sradica palloni e non toglie mai la gamba mordendo quelle degli avversari: chiedere a De Silvestri per la conferma. “Ringhio”.

D come Dessena: assente per squalifica, il centrocampista rossoblù (in passato anche blucerchiato) non può presenziare al classico appuntamento del gol dell’ex. Si rifarà con la Playstation, sempre che riesca a segnare usando sé stesso a Fifa 14. Rammaricato.

E come Elland Road: lo stadio inglese del Leeds è pronto per essere acquistato da Cellino. Se casomai ci fosse bisogno di effettuare qualche lavoretto di manutenzione sappiamo a chi non si rivolgerà il vulcanico presidente, vero Clarin?

F come Fiat 500: così il patron ad interim Cellino ha definito il Cagliari in settimana, a confronto della “Ferrari Leeds”. La scalata inglese dell’imprenditore sardo deve avergli fatto montare la testa: già si sente ai livelli di Montezemolo e Marchionne. Fin troppo gasato.

G come Giachero: il guardalinee più inopportuno della storia recente del Cagliari alza bandierine su bandierine nel primo tempo. E Sau diventa il suo bersaglio preferito: ok, è piccoletto e non si vede bene, ma così è accanimento terapeutico. Crudele.

I come Ibraimi: sempre più ai margini del progetto. Lopez lo vede a malapena: ormai non gli affiderebbe più nemmeno il compito di lavargli la macchina. Ignorato.

L come Lopez (Maxi): si infortuna all’ultimo momento e per questo si siede in tribuna. Ne approfitta per far foto coi tifosi. Ma qualche supporter spiritoso gli fa perdere le staffe: in una foto di gruppo qualcuno da dietro gli fa le corna. Il secondo paio. Avvilito.

M come Matias Cabrera: utilizza una fascetta per capelli per assomigliare al vivace attaccante della Roma Gervinho, ma oltre che il colore della pelle le differenze si notano ad occhio nudo. Più che al calciatore ivoriano somiglia a Mirko dei Bee-Hive in “Kiss me Licia”: gli manca solo il ciuffo biondo. Inopportuno.

N come Nenè: il brasiliano torna dopo un lungo stop e per poco segna il gol del pareggio. Si sbatte e arriva su molti palloni alti: più che un calciatore sembra un saltatore in alto. Sotomayor.

O come Okaka: a dispetto del suo nome, sfodera una prestazione tutta cuore e sacrificio ingaggiando duelli qua e là coi difensori del Cagliari. Esce tra gli applausi del Marassi: lo avevano scambiato per Obiang. Interscambiabile.

P come Pinilla: il calciatore più social della serie A nell’ultimo allenamento di rifinitura si procura un infortunio alla caviglia, che interrompe il suo magic moment. Trovata nell’armadietto di Nenè una bambola voodoo brasiliana con la sua faccia. Pindacciato.

R come Roca: l’arbitro vuole dirigere all’inglese, fischiando poco e lasciando correre. Ma il giovane direttore di gara fa un po’ di confusione: nessuno gli ha spiegato che anche in Inghilterra almeno i rigori si fischiano! Nocivo.

S come Sinisa Mihajlovic: particolarmente irrequieto, si arrabbia e impreca diverse volte in serbo. Ma ha fatto i conti senza l’oste: Ibraimi sente tutto e col suo dizionarietto tascabile traduce tutto in presa diretta e fa la spia all’arbitro, che lo redarguisce. Agitato.

T come Tabanelli: spedito e rimandato al mittente manco fosse un pacco di posta prioritaria, il povero ex Cesena non sa più dove sbattere la testa e si ritrova senza una casa. Abbandonato da tutti, si ritrova a dormire in una panchina della stazione di Piazza Matteotti. Abbandonato.

V come Vecino: prestazione un po’ timida del neoarrivato uruguagio. Vuole ispirarsi ai suoi illustri predecessori compatrioti che hanno indossato la maglia rossoblù: nella partita di Marassi, evidentemente, si è ispirato a Cabrera. Titubante.

Z come Zio Sam: anche gli americani interessati ad acquisire le quote di maggioranza della Cagliari Calcio. L’interesse sarebbe legato alla costruzione dello stadio nuovo. Ma il Comune di Cagliari tentenna: son troppo competenti per costruire uno stadio in Italia. Senza problemi di agibilità, poi, che stadio sarebbe? Volenterosi.

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