Mea culpa, mea grandissima culpa

Non tutti i mali possono essere imputati alla direzione arbitrale

Marco Castoni
13/12/2015
Approfondimenti
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Nel dopo gara contro il Torino il tecnico giallorosso Garcia, a seguito di un rigore subito piuttosto dubbio, sostenne che gli errori arbitrali risulterebbero ininfluenti se la propria squadra facesse il proprio dovere, ovvero imponendo la propria superiorità contro avversari meno quotati. Lo stesso principio dovrebbe valere in casa Cagliari: infatti, nonostante le prestazioni arbitrali al limite della decenza, che minano pesantemente la serenità della squadra allenata da Rastelli, i rossoblù ancora faticano ad imporsi contro squadre nettamente inferiori.

Qualche miglioramento in fase di costruzione e di manovra è indubbio che vi sia stato nel corso del campionato, ma non sempre la mole di gioco prodotta viene finalizzata dagli attaccanti. Nella partita di Livorno un Sau che ancora fatica ad emergere come trascinatore indiscusso, un Melchiorri sfortunato unito ad un buon Farias e un Pedro non pervenuto, non sono riusciti nella solita impresa di aggiustare una partita, complicata più per demeriti propri che per abilità avversarie.

Troppo spesso, eccessiva importanza viene data a fattori che, seppur degni di nota, non pregiudicano in maniera determinante l’esito finale del match; non è un’eresia sostenere che se il Cagliari armasse tutto il potenziale che possiede, nessuna rosa attualmente in B potrebbe competere con la squadra isolana. 18 partite buone, ma ancora lontane dal consentire una fuga solitaria, portano a riflettere ed interrogarsi su cosa si potrebbe fare per invertire prontamente la rotta. Uno dei fattori maggiormente indiziati e forieri d’instabilità, è rappresentato da un undici titolare che raramente viene confermato di partita in partita, così come dei giocatori, vedi Pedro e Farias in particolare, che non hanno una collocazione ben precisa.

Sembra arrivato il momento di concentrarsi maggiormente sulle proprie potenzialità, che consentirebbero di emergere comunque sopra tutto e tutti, grazie anche e soprattutto alla guida di un Rastelli sicuramente mai banale, ma troppo spesso eccessivo protagonista.

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