Cagliari: ecco la top 10 dei più grandi “bidoni” della storia rossoblù

Ritorna la nostra rubrica settimanale

Luca Neri
13/11/2015
Curiosità
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Ritorna la nostra rubrica settimanale, con la classifica dei 10 “bidoni” più clamorosi della storia rossoblù. Il periodo di riferimento è piuttosto moderno, perché prima degli anni ’80 il calciomercato era ben diverso da quello più movimentato che conosciamo, e per anni le frontiere furono chiuse. Inutile anche scavare nel passato più remoto e cercare i flop antecedenti al blocco degli stranieri.

10. Fabrizio Cammarata: nelle notti più tormentate, quelle dove hai voglia di pensare, sotto la doccia mentre fuori piove, quando puoi riflettere sugli errori compiuti, Massimo Cellino ci piange ancora. Non vanno via dalla sua mente quei 15 miliardi, evaporati nel nulla. Fabrizio Cammarata era uno dei più grandi talenti del calcio italiano quando “Pasta-man” lo porta in Sardegna. Il presunto bomber ha segnato una caterva di gol nelle giovanili della Juve, formando una coppia da sogno con un certo Alessandro Del Piero, vincendo l’impossibile. Dopo esser stato ceduto al Verona, conferma di essere un potenziale fuoriclasse col club scaligero. Cellino si svena e lo compra. Andrà via da Cagliari dopo 4 deludenti anni e 15 miliardi di rimpianti.

9. Luigi Beghetto: centravanti da un gol in un anno e mezzo. Il Cagliari lo sceglie nel 2000 come terminale offensivo. Lui è forte fisicamente e se la cava di testa. Tutto molto bello, ma solo sulla carta, perché vedere un gol di Beghetto diventa una leggenda, una cosa che solo qualcuno può raccontare, passando pure per gran bugiardo. Arriva in Sardegna perché voluto fortemente da Bellotto che lo punta dopo averlo visto giocare nel Treviso. Gli attaccanti del club veneto sono due, ma Bellotto non ha dubbi, il più forte è Beghetto e lo preferisce a quell’altro. L’altro si chiama Luca Toni…

8. Pablo Ceppelini: è il Gennaio del 2011, il Cagliari ha appena venduto Matri alla Juventus. Niente paura, perché i rossoblù mettono le mani su una futura stella. Infatti è appena terminato il Mondiale per 20, e questo brillante trequartista ha portato l’Uruguay in finale. In finale il Brasile di Neymar e Lucas ne fa 6 all’albiceleste, da quel momento la stella di Ceppelini smetterà di brillare. Praticamente mai visto, resta di lui una celebre intervista in cui afferma solennemente: “M***a l’allenatore mi ha dato fiducia”. Il fatto che questo sia il massimo che abbia regalato ai tifosi, la dice lunga.

7. Theofanis Katergiannakis: con un nome che solo i greci possono avere, il portierone arriva a Cagliari fresco fresco di Europeo 2004, vinto con la sua Grecia da riserva di Nikopolidis. Tanto simpatico, ma nel calcio non basta. L’ellenico colleziona papere su papere, finendo per essere soppiantato da Iezzo. Un giorno, durante una partita, un piccione viene colpito davanti agli occhi di “Fanis” da una pallonata. L’estremo difensore lo soccorre mettendolo al sicuro dietro i cartelloni pubblicitari. Storia di un piccione e di Theofanis che gli insegnò a volare.

6. Moestafa El Kabir: “è il nuovo Ibrahimovic”, giura qualcuno. Si prende la maglia numero 10 e i tifosi sognano. Dopo un esordio con gol alla Roma, tutti pensano che Zlatan abbia il suo degno erede. Se poi non ha più segnato e se a Cagliari lo ricordano come “il Kebabbaro” un motivo ci sarà. Perdonaci tanto, Ibra.

5. Marco Pascolo: arriva accompagnato dagli squilli di tromba: il club sardo ha in mano il portiere della Svizzera, e l’estremo difensore elvetico ha ben figurato all’Europeo 1996. Quel Cagliari pieno zeppo di stranieri (bidoni) retrocede nel famoso spareggio di Napoli col Piacenza, quando Pascolo era stato ormai accantonato. Povera Svizzera!

4. Fabian Carini: inserito anche tra i 10 giocatori più alti della storia rossoblù, tra i più presenti nelle top ten. Peccato mai in positivo. Uno dei pacchi più clamorosi della storia. La Juve lo scambia nel 2004 con l'Inter con Cannavaro. All'Inter gioca 4 partite, poi i nerazzurri lo vendono al Cagliari dove disputerà 8 pessime partite, prima di essere scaricato. Nello stesso istante Cannavaro alza Coppa del mondo, Scudetto e Pallone d'oro.

3. Marcelo Tejera: arriva a 18 anni, acclamato come un gran talento. Lui, molto umilmente dice: “Sono il nuovo Francescoli”. Sarà che certe frasi le sconti, o sarà che il Dio del Calcio non è riuscito a smettere dalle risate dopo questa affermazione. Tejera colleziona solo 5 presenze, giocando pure male. Il Dio del Calcio a volte la racconta ai suoi amici: “La conoscete quella di quello che diceva di essere l’erede di Francescoli?”

2. Luis Alberto Romero: sbarca in Sardegna nel’estate del 1996, come un funesto presagio. La su avventura dura pochi mesi, a gennaio viene salutato molto egregiamente e rispedito al mittente. Aveva detto “segnerò almeno 10 gol”. Chiude con 10 presenze, 1 espulsione e, ovviamente, 0 gol.

1. Waldemar Victorino: più che un giocatore, un simbolo. IL Bidone. Quello con la B maiuscola. Dopo uno spettacolare Mundialito 1981 il Cagliari lo soffia a mezza Europa, lui che in Sudamerica è inferiore solo a Maradona e Zico. Troppo scarso per essere raccontato, troppo per crederci. Si preferisce ricorrere alla leggenda metropolitana: “Non è lui, è suo fratello” oppure “è 10 anni più vecchio”.  Si narra che il Cagliari scucì 100 milioni di vecchie lire al Newell’s Old Boys per prenderselo. Della serie “vi paghiamo noi, basta che lo portiate via”. È Waldemar Victorino, 167 cm di assurdità, il bidone leggendario.
Questa la nostra top ten. E la vostra?

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