Dopo il commovente addio al Cagliari, Daniele Conti è tornato sotto i riflettori. L'ex capitano rossoblu, ai colleghi de La Gazzetta dello Sport, ha parlato dei suoi 16 anni alla guida della squadra, ma anche del futuro.
“In Italia non riesco a vedermi con altre maglie se non quella del Cagliari, quindi, in caso continuassi a giocare, lo farò solo all'estero”, esordisce il centrocampista.
Sul Cagliari, che ha salutato definitivamente il 31 maggio allo stadio Sant'Elia a margine della gara contro l'Udinese, commenta: “Ho sentito tanto la mancanza del campo, ma avevo sentito il momento di lasciare ed è stato giusto prendere quella decisione. L'ultima giornata non l'ho voluta giocare perché non me la son sentita, sapevo di aver già smesso e la retrocessione in Serie B mi ha distrutto. Quindi, ho preferito abbracciare e ringraziare il pubblico con un giro di campo. Mi hanno fatto sentire l'affetto in questi lunghi anni, non finirò mai di lodarli. Essere stato il capitano di questo popolo è un onore. Ho messo la faccia nei periodi di difficoltà, ma ho commesso anche qualche errore, che però commetterei di nuovo perché fatto per amore del Cagliari. Il momento più bello? Nel 2010, quando segnai al Napoli. Tutto lo stadio gridò il mio nome, non lo dimenticherò mai. Il rapporto con Zeman? Molte cose sono andate male, ma avrei potuto fare di più”.
E poi rivela: “Con il Presidente ci siamo incontrati a metà stagione e gli ho comunicato che avrei smesso di giocare. Avevo dato la mia disponibilità per un ruolo all'interno del club, ma non si è fatto sentire nessuno”.
Sul “nuovo” Cagliari, si è espresso così: “E' stata allestita un grande organico, capace di raggiungere la Serie A. Spero ritornino prestito nella massima serie, se lo meritano”.
Il futuro? “Non mi sposterò da Cagliari, io e la mia famiglia stiamo bene qui. Ora conseguirò il patentino di allenatore, poi si vedrà...”, aggiunge Conti.
Infine, un saluto ai tifosi e non solo: “Ringrazio tutti i tifosi che mi sono stati vicini in questi 16 lunghi anni. E quelli che lo fanno ancora, perché la meraviglia di Cagliari è questa: sentire l’affetto della gente per strada. E poi ringrazio di cuore tutti quelli che mandano avanti la società e a cui spesso nessuno pensa: i fisioterapisti, i dottori e soprattutto i magazzinieri. Loro lavorano con il cuore e con la passione”.