Ma se esiste la bomboletta spray, perché non usarla?

Tagliavento e la distanza su punizione non rispettata

Marco Zucca
10/02/2015
Approfondimenti
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Secondo tempo di Cagliari-Roma, primi minuti: punizione per i rossoblù. Daniele Conti sistema la palla. Si prepara ad effettuare il “suo” tiro, scaricando in porta un missile terra-aria dopo il tocco del compagno di squadra. Il capitano, così come il resto del Cagliari, chiede che la distanza venga rispettata.

L’arbitro Tagliavento, che potrebbe ovviare al problema utilizzando lo spray introdotto quest’anno nei campi di Serie A, decide di lasciare la bomboletta nella tasca. Risultato? Distanza palla-barriera assolutamente irregolare, e pallone che viene respinto da Nainggolan, uscito prima e meritevole di cartellino giallo. Il gioco prosegue, i rossoblù protestano, ma è tutto inutile: il Cagliari non è riuscito a sfruttare una buona opportunità, la Roma dal canto suo ringrazia Tagliavento.

Che si conferma suo portafortuna, ma questa volta ci mette anche del suo.

Quanto sarebbe costato tracciare una linea bianca dinnanzi alla barriera e consentire la corretta esecuzione del calcio di punizione? Poco, pochissimo. Il Cagliari, intanto, ancora recrimina, per l’ennesima volta.

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