Zola il normalizzatore: niente sorprese, si riparte dallo zoccolo duro

Ritrovare certezze partendo da scelte chiare e nette

Marco Castoni
30/12/2014
Approfondimenti
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In una squadra con poche certezze, Gianfranco Zola immediatamente a parole individua quali saranno gli uomini e di conseguenza l’ossatura che dovrà trainare la truppa rossoblù fuori dalle sabbie mobili della zona retrocessione. Non stupisce il fatto che il Cagliari ripartirà da coloro che sono usciti vincitori da mille battaglie, più o meno simili a quella che si andrà ad affrontare: Conti, Cossu, Rossettini su tutti. Nessuno sarà sul “piedistallo” come sottolineato dall’allenatore di Oliena, ma all’inizio della nuova era alcuni troveranno posto nell’undici titolare, sulla fiducia e in base a quanto fatto in passato.

Vecchi protagonisti a tratti intristiti dalla cura Zeman, incapaci e poco vogliosi di fare nel rettangolo di gioco ciò che veniva richiesto dal tecnico boemo, altri invece hanno mostrato un impegno e un attaccamento inaspettati ad inizio stagione.

Tali riferimenti, non a caso, vanno a chiamare in causa Daniele Conti e Andrea Cossu. Più e più volte menzionati da Zola in sede di presentazione, saranno chiamati a rispondere presente alla chiamata non solo del nuovo allenatore, ma della piazza intera.

Una piazza obiettivamente spaccata a metà, tra chi rimpiange ancora Zeman e chi crede nelle doti miracolose di Magic Box, tra chi darebbe più spazio ai giovani e chi vuole sempre e comunque i veterani in campo. Trovare il giusto modulo al fine di esaltare la rosa a disposizione, ottenere un giusto compromesso tra la volontà di valorizzare i giovani e sfruttare le indubbie doti dei senatori, ridare attraverso il gioco e soprattutto i risultati entusiasmo ai tifosi, sono solo alcuni dei compiti che richiedono riscontri immediati.

Sul come, in una nube di incertezza che pare attraversare più che altro i tifosi e una parte della stampa, Zola e la società sembrano avere le idee ben chiare. Non resta che attendere, in attesa che, come sempre, il campo emetta il suo inappellabile verdetto.

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