La partita contro il Modena è stata una sorta di riassunto del campionato, con tutti i suoi problemi ma anche con momenti di esaltazione assoluta: la solita fase difensiva discutibile, le tante palle gol sprecate ma anche il cuore gettato oltre l'ostacolo.
È un Cagliari che nonostante tutto riesce sempre a farsi amare dai propri tifosi.
La squadra, tanto giovedì quanto in altre occasioni, è parsa vogliosa di rispondere a quel coro “lottate sino alla fine”, cantato dalla Nord nei momenti di difficoltà.
I gol allo scadere ne sono la prova lampante, ma se pensiamo alle prestazioni fornite finora dalla truppa di Zeman, il dato che emerge è proprio questo: la squadra ricerca il gol praticando il proprio gioco “incurante” dell'avversario e del punteggio.
Con il Modena poi è stata un'apoteosi, grazie al pareggio nei 120 minuti giocati e al gran finale dal dischetto che ha premiato Cragno e compagni.
Ma se ripensiamo alle gare precedenti, in ognuna di esse il Cagliari non è mai stato rinunciatario: contro la Fiorentina, lo 0-4 sarebbe potuto essere tranquillamente (per quanto strano a dirsi) un quattro pari, i pareggi con Napoli e Genoa in rimonta e così le sconfitte con Lazio, Torino e Atalanta combattute sino a un minuto dalla fine.
Per questo il popolo rossoblù può sentirsi orgoglioso della propria squadra, e chissà che in Coppa Italia, affrontando un Parma con la testa al campionato e alla crisi societaria, non possano aprirsi piccoli spiragli di gloria e con essa le porte dello Juventus Stadium.
Ora l’imperativo è battere il Chievo!