Il Cagliari di Zeman? “Identico” a quello di Lopez

Ecco i numeri e le statistiche

Alexandra Atzori
14/11/2014
Approfondimenti
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Diego Lopez uguale a Zdenek Zeman. Chi l’avrebbe mai detto? Eppure, se si prendono in mano i dati si nota come i risultati di questa stagione, finora, siano esattamente uguali a quelli dello scorso anno quando, alla guida della squadra rossoblù, c’era l’ex capitano. Ma analizziamo tutto nel dettaglio.

Ci siamo appena lasciati alle spalle l’undicesima giornata e il Cagliari è al quindicesimo posto con dieci punti conquistati: lo scorso anno, era nella stessa posizione con lo stesso numero di punti, frutto di due vittorie, quattro pareggi e cinque sconfitte, esattamente come oggi. Piccola differenza: nella stagione 2013/2014 condivideva la piazza con il solo Bologna, quest’anno con l’Empoli e l’Atalanta. Passiamo ai gol realizzati: nello scorso campionato, la squadra del tecnico uruguagio aveva segnato undici reti e ne aveva subito diciannove; ora, il bilancio è in totale parità, diciassette a diciassette.

In entrambi i campionati ha già affrontato squadre di medio-alto livello: Milan, Fiorentina, Inter, Udinese e Lazio nel ’13-’14 e Roma, Inter, Sampdoria, Milan e Lazio nel ’14-‘15. Se nella scorsa stagione, da queste gare, si è usciti sono con due punti, frutto dei pareggi contro i nerazzurri e i viola, quest’anno ne sono stati conquistati due in più (oltre alla vittoria sui nerazzurri, anche i pareggi con i blucerchiati e i rossoneri). Anche il numero dei marcatori è lo stesso, cioè sette: nello scorso campionato erano andati a segno due volte Nainggolan, Pinilla, Conti e Ibarbo e una sola volta  Cabrera, Sau ed Ekdal. Quest’anno sono andati in rete per ben quattro volte sia Marco Sau che Albin Ekdal, tre volte Avelar, due volte Cossu e una volta Ibarbo, Farias e Joao Pedro (i gol fatti dalla squadra rossoblù sono diciassette ma qui ne sono riportati solo sedici perché un gol per i rossoblù è arrivato dall’autorete segnata da Braafheid nella gara contro la Lazio). Per quanto riguarda i rigori: nella scorsa annata, a questo punto, la squadra non ne aveva ancora avuto nessuno a favore e solo uno contro (realizzato da Candreva nella gara contro la Lazio); nelle gare sin qui disputate i rossoblù hanno avuto cinque rigori a favore (due mandati a segno da Avelar e uno da Cossu che poi ne hanno sbagliato uno a testa) e nessuno contro.

Che conclusione possiamo trarre da questi dati? Sicuramente la squadra di Lopez ha sfruttato meglio le due vittorie, avendole ottenute contro due squadre con cui, potenzialmente, si sarebbe giocata la salvezza, cioè Atalanta e Catania, ma è anche vero che, pur non avendo avuto una partenza sprint, quel Cagliari avrebbe potuto fare sicuramente di più soprattutto considerato il fatto che aveva condizioni molto più semplici rispetto a quest’anno, primo su tutti il fatto che il gioco praticato dall’ex capitano rossoblù era nelle corde della squadra che giocava a “memoria”. Ricordiamo che le prime partite sono state giocate al Nereo Rocco di Trieste (la prima gara al Sant’Elia è stata disputata all’ottava giornata). Però si sarebbero potuti fare più punti con le squadre di pari livello (Sampdoria, Livorno, Bologna e Verona).

Quest’anno, invece, le condizioni non sono semplici come lo scorso anno. Se eliminiamo la questione stadio, ormai risolta, dobbiamo tenere in conto il fatto che la squadra è stata profondamente rinnovata e che il nuovo sistema di gioco adottato da Zeman ha bisogno di essere assimilato per bene. Le prestazioni fin qui viste sono state tutte, a parte qualche eccezione, di alto livello ma si riscontra sempre una qualche mancanza da parte dei giocatori rossoblù, in particolare, la poca concretezza sotto porta. Per questo si è persa anche l’occasione di sfruttare le gare contro le cosiddette “pari grado” (Sassuolo, Atalanta, Torino, Verona e Genoa). C’è anche da aggiungere che il Cagliari ha avuto la “sfortuna”, se così possiamo chiamarla, di incontrare la maggior parte di queste squadre nel loro momento migliore. In più, almeno un caso (Genoa), il rigore parato ad Avelar, e il seguente gol fallito da Longo, avrebbero potuto essere determinanti per portare i tre punti.

Un’ultima precisazione: non inganni il dato della differenza reti tra i due campionati. I sei gol in più di quest’anno sono dovuti soprattutto ai due poker rifilati all’Inter e all’Empoli. D’altra parte, è bene notare come la fase difensiva sia migliorata rispetto alla scorsa stagione.

E voi, che ne pensate? Vi aspettavate che i risultati fossero così simili?

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