Fai il bomber, non aiutare la criminalità e dai un calcio alla pirateria. Bastano poche battute, pronunciate da Bobo Vieri, per andare dritti al bersaglio: il pezzotto è un male, causa moltissimi danni e può avere conseguenze disastrose anche per gli utenti che guardano questi contenuti trasmessi illegalmente. Si tratta del messaggio, nemmeno troppo velato, che emerge dalla nuova campagna di sensibilizzazione del Governo contro l'uso del pezzotto, il termine gergale che indica la trasmissione di contenuti pirata tramite le IPTV.
No al pezzotto, sì alla lotta alla pirateria: lo spot di Vieri
Come anticipato, Bobo Vieri è stato protagonista della nuova campagna di sensibilizzazione promossa dallo stato italiano. Il fulcro del nuovo spot, che può essere reperito anche su YouTube, è tanto chiaro quanto importante: la pirateria è un reato e va combattuta, a partire dagli utenti, ovvero i primi responsabili del guadagno che finisce nelle tasche delle organizzazioni criminali con lo streaming illegale. La campagna mira a sensibilizzare l'utente, facendogli capire che - nel caso dovesse mancare il suo apporto al pezzotto - la lotta nei confronti di questa piaga risulterebbe decisamente più semplice.
E non si tratta certo di un gesto di buon cuore, perché l'utente stesso rischia pene e multe a dir poco salate, in quanto guardare i contenuti in streaming illegalmente viene configurato come un vero e proprio reato. Lo spiega la nuova legge anti pezzotto, secondo la quale gli spettatori dei contenuti trasmessi in streaming dai broadcaster privi di diritti d'autore rischiano sanzioni e multe fino ad un importo pari a ben 5 mila euro, insieme ad altre conseguenze sul piano legale e penale. Da ciò si capisce quanto sia sconveniente usare il pezzotto, oltre che moralmente scorretto, dato che si vanno ad arricchire le casse delle organizzazioni criminali.
Un approfondimento sugli obiettivi dello spot
Trattandosi di una campagna di sensibilizzazione, lo scopo ultimo è far capire ai cittadini italiani quanto è sbagliato ricorrere al pezzotto. Da un punto di vista legislativo si tratta di un vero e proprio reato, che può causare multe e persino l'arresto. Oggi, fra le altre cose, gli organi di controllo riescono facilmente a risalire ai nominativi delle persone che aderiscono a questi servizi, tramite il loro indirizzo IP, dunque non ci sono possibilità di farla franca.
Ma l'utilizzo delle piattaforme illegali rappresenta un fatto grave anche per altri motivi. I soldi raccolti da questi servizi, difatti, vengono poi sfruttati dalle organizzazioni criminali per finanziare i propri traffici illeciti. Come se non bastasse già questo, l'industria dello streaming legale crea posti di lavoro: eroderla, dunque, vuol dire privare migliaia di famiglie di un reddito fondamentale per la sopravvivenza.
Basti pensare al fatto che si calcolano danni per 1,7 miliardi di euro, causati appunto dallo streaming illegale di contenuti come le partite di Serie A. Ovviamente ne risente in negativo anche il PIL del Paese, e in generale la nostra economia. Usare il pezzotto, dunque, ha degli effetti collaterali sul bilancio di tutti noi, andando oltre le pene e le sanzioni dirette.